Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato di come, fra alti e bassi, anche nelle scuole superiori si stia svolgendo la didattica a distanza e di come alunni e insegnanti abbiano dovuto riadattarsi a questo nuovo tipo di rapporto, soprattutto in vista dei tanto temuti esami di maturità. Quello che però non va dimenticato è che la scuola non è fatta solo di libri, lezioni e compiti in classe, anzi, è fatta soprattutto di tanti momenti vissuti insieme ai propri compagni, da ricordare quando si diventerà grandi.A causa della brutta situazione che stiamo vivendo, però, molti di questi bei momenti non potranno essere vissuti da tutti noi maturandi e questo lascia un groppo in gola difficile da inghiottire.“Questo periodo è davvero difficile”, ci racconta Beatrice (nome di fantasia, così come tutti gli altri ndr), “Ci stiamo perdendo i mesi più belli del nostro ultimo anno, l’ultimo periodo da passare insieme ai nostri compagni e, in più, non abbiamo potuto nemmeno festeggiare i cento giorni alla maturità.”E il pensiero, più o meno, sembra essere condiviso da tutti, anche se qualcuno, come Rachele, sembra conservare un briciolo di speranza: “È vero, è quasi impossibile; ma dentro di me sogno ancora di poter tornare tra i banchi per godermi ancora le persone che mi hanno accompagnata in questo percorso. La notte prima degli esami, la cena con i professori: non voglio pensare di dover vivere queste importanti tappe da sola o di non poterle vivere affatto.”Qualcun altro, ancora, ha preso la situazione con molta più leggerezza e, certamente, anche con un briciolo di cinismo.“Che Culo!”, queste le testuali parole di Giorgio, “Probabilmente avremo degli esami di maturità semplificati con l’intera commissione interna, non potevo chiedere di meglio! D’accordo, non vedremo più compagni e professori, ma sarebbe accaduto comunque dopo gli esami, quindi non è il caso di farne un dramma, anzi!”Insomma, non esiste un sentimento unico, per fortuna, e ognuno reagisce a proprio modo anche nelle situazioni più complicate, ma ciò che è certo è che un giorno tutti noi studenti ci ricorderemo di questo periodo e, anche quelli che adesso provano a fare i duri, ammetteremo con un po’ di malinconia che questo virus ci ha rubato giorni da passare tra i sorrisi e le giuste ansie di chi, finalmente, diventa grande.