In tv non si parla d'altro che delle conseguenze negative causate da COVID-19: dai numeri dei morti a quello dei casi positivi, fino al crollo della nostra economia. Se da un lato ritengo sia giusto informare la popolazione su ciò che sta accadendo, dall'altro lato è importante non mettere in secondo piano le tantissime iniziative che sono nate in tutta Italia per far si che la nostra vita, anche se da casa, possa continuare. Infatti, vogliamo raccontarvi di un progetto nato a Catania e portato avanti dal Giardino di Scidà. Il sito, appartenuto a Nitto Santapaola, è stato trasformato in un luogo di memoria per ricordare tutti coloro che hanno impegnato la loro vita nella lotta alla mafia, tra questi Pippo Fava e il magistrato Giambattista Scidà. Un centro di educazione e documentazione all'antimafia rivolto alle scuole, alle famiglie e all'intero quartiere. Per conoscere meglio l'iniziativa abbiamo intervistato Benedetta Muscato, giornalista del giornale online "I Siciliani giovani" e volontaria del Servizio civile: "dal 9 marzo abbiamo pensato di creare questa iniziativa online su Twitch, una piattaforma molto giovane e frequentata da ragazzi tra i 20/30 anni, e grazie ad un altro volontario esperto di tecnologia abbiamo pensato di trasferire quello che noi facevamo presso il Giardino di Scidà sul web". Dal 2017 il giardino è stato affidato, dal comune di Catania, ai I Siciliani giovani, all'ARCI e alla Fondazione Giuseppe Fava. "Prima dell'emergenza sanitaria - ci spiega Benedetta - sono venuti degli studenti di un liceo artistico di Bologna grazie ad Addiopizzo Travel (un tour operator che propone turismo etico per chi dice no alla mafia) ai quali abbiamo raccontato la storia di Giuseppe Fava e del Giardino di Scidà". Questa guida è stata trasformata in un format online: "che condividiamo anche sulla nostra pagina Facebook e che va in onda ogni martedì e giovedì alle 10.30, mandiamo un filmato in cui facciamo vedere lo spazio del giardino e dei podcast in cui raccontiamo ciò che facciamo, come accedere a un bando per ottenere un bene confiscato alla mafia". Anche se siamo in piena pandemia e l'Italia si trova in una fase di blocco, la lotta alla mafia e l'educazione ad essa non deve mai cessare. Anzi, può e deve continuare per vie alternative. " conclude Benedetta. Dal 9 marzo a ora, qual è stata la risposta degli utenti?
Sono più presenti su Facebook che su Twitch, forse perchè molti non conoscono la piattaforma, e abbiamo ricevuto molte domande. Speriamo di tornare presto lì, avevamo molti progetti in programma che sono saltati per evitare l'assemblamento",