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Silvia Romano è libera: stessa storia, strumentalizzazioni diverse

2020-05-11 05:00

Sara Obici

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Silvia Romano è libera: stessa storia, strumentalizzazioni diverse

La notizia è praticamente ovunque, e ormai lo sappiamo tutti: Silvia Romano è stata liberata, e adesso è in Italia.La giovane volontaria milanese

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La notizia è praticamente ovunque, e ormai lo sappiamo tutti: Silvia Romano è stata liberata, e adesso è in Italia.


La giovane volontaria milanese, partita in Kenya per prendersi cura dei bambini della comunità "Africa Milele Onlus", era stata rapita il 20 novembre 2018 da un gruppo di criminali "comuni", e poi "venduta" a gruppi terroristici legati ad Al Qaeda. Il suo sequestro è durato in tutto 535 giorni.


E questi sono i fatti, puri e semplici, come sono stati già riportati in lungo e in largo. L'aspetto sul quale ci concentreremo oggi invece è l'interpretazione della notizia, e l'analisi delle varie sfumature che le diverse testate giornalistiche stanno tentando di attribuire a questo evento.


Per scoprire che poi, nonostante tutte le varie differenze, il tipo di strumentalizzazione che vorrebbero produrre è comunque sempre lo stesso; e non è utile in nessun caso.


Ci sono giornali - Libero, TgCom24, Dagospia - che fanno un accenno al presunto riscatto che è stato pagato per riaverla, accentuando più o meno marcatamente un pò di stizza.


Parallelamente esistono testate che ammiccano alle presunte dichiarazioni in cui Silvia affermerebbe di essersi convertita all'Islam - con il sottotesto più o meno velato - giudicate da voi - che convertirsi ad una religione diversa sia una sorta di tradimento e/o instradamento verso il terrorismo.


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Lo scopo di chi fa questi riferimenti - che siano siti di informazione o singoli personaggi politici - è senza dubbio schiacciare un occhiolino verso questa o quella parte politica. Guadagnare consensi e scatenare i commenti beceri sui social.


Ma in questo modo Silvia Romano rischia di essere spersonalizzata e strumentalizzata in maniera indegna. E così la nostra coetanea diventa semplicemente uno strumento politico.


Nessuno a cui sia stata anche solo un minimo a cuore la vicenda di Silvia dovrebbe usarla per dire, come ha fatto il ministro Salvini nella giornata di ieri nel programma Mezz'ora in più: "E' chiaro che nulla accade gratis [riferito alla liberazione n.d.r]. Auguro lunga e serena vita a questa ragazza, ma per rispetto di coloro che rischiano la vita per salvare altre vite, prima di dire 'la prima cosa che farò sarà tornare in un luogo a rischio', ci penserei due volte, ma ognuno fa quello che vuole..."


Nè tantomeno si dovrebbe sfruttare il suo caso per assurgerla a "testimone" delle fazioni che la pensano diversamente. Come per altro è stato fatto da Paola De Micheli, ministra del PD che su Twitter, sotto la foto di Silvia, ha incollato il simbolo del suo partito, senza alcun ragionevole motivo.


SILVIA-ROMANO-RITORNO-IN-ITALIADa tutti questi tentativi capiamo che forse in pochi avevano davvero a cuore Silvia Romano come persona.


Per il momento a nessuno dovrebbe interessare se lei si sia convertita all'Islam o meno; perchè questa è semplicemente una sua scelta personale. Nè ci si dovrebbe concentrare sul fantomatico riscatto, che ancora comunque non è stato confermato da nessuno.


Quel che davvero dovrebbe importare, a molte più persone, è che Silvia stia bene. E che la nostra giovane connazionale non abbia perso la sua voglia di cambiare il mondo, nonostante tutto quello che ha subito.


Per il resto, almeno per noi, le polemiche stanno a zero, in attesa dei fatti che emergeranno dal suo incontro con il pm.