Mentre ci addentriamo nell'autunno 2020, un anno segnato dalla pandemia di COVID-19, non c'è media o personaggio pubblico che non paia stupito. Ed è proprio qui che sorgono spontanei alcuni dubbi. Su tutti, il principale: quando si è detto che eravamo usciti dalla pandemia? Una domanda che può sembrare retorica ed a tratti provocatoria, ma che è volta solo a chiarire un concetto per nulla scontato. Nei mesi di lockdown affrontati dall'Italia e da altri Paesi nel mondo, infatti, era ben chiaro che la pandemia che ci troviamo ad affrontare avrebbe conosciuto almeno due ondate: quella di marzo e quella invernale. Si tratta peraltro di una verità storica difficilmente fraintendibile, poiché qualsiasi epidemia l'uomo abbia mai affrontato nella storia ha conosciuto, appunto, perlomeno due ondate di cui una più forte ed una più debole. Dimenticando questo assunto, si è derogato a tutta una serie di comportamenti che avrebbero potuto contenere meglio la situazione: locali e discoteche senza regole, che hanno favorito specie in agosto il diffondersi del contagio, come meglio spiegato dagli esperti. Quindi se da un lato la riapertura è servita per far ripartire l'economia interna, dall'altro l'ha di fatto azzoppata in uno dei periodi più redditizi, come quello invernale. E non solo. Basti pensare ai commercianti che puntano tutto (o quasi) sul periodo natalizio. In sostanza, nonostante l'Italia sia al momento uno dei Paesi che al mondo sta gestendo meglio di tutti l'epidemia, l'inverno potrebbe riportare la situazione vicina a quella di marzo. Dal Governo però, dicono chiaramente che "non ci sarà un nuovo lockdown" e l'ultimo DPCM passa la palla alle Regioni ed ai Sindaci, che potranno chiudere selettivamente o disporre particolari cautele. Ma dove sono finite le feste in spiaggia, le serate in discoteca e gli assembramenti nei locali di appena qualche settimana fa? Sembrano svaniti nel nulla, mentre tutti negano di aver partecipato e magari si indignano per le nuove chiusure, stupiti dall'effetto delle proprie azioni. La verità è che, purtroppo e su più livelli, abbiamo sottovalutato la situazione. Il "ne usciremo migliori" di marzo è stato ufficialmente soppiantato da un roboante "ognuno per sé".