Esattamente otto anni fa il dittatore libico Mu’Ammar Gheddafi veniva assassinato dalle forze del Comitato Nazionale di Transizione, con il benestare di ONU e NATO.L’evento venne accolto immediatamente come una liberazione per il popolo libico, eppure da quel 22 Ottobre del 2011 la situazione nordafricana è precipitata rapidamente e, di conseguenza, anche quella europea e mondiale.Vi siete mai chiesti perché figure come Bettino Craxi o Silvio Berlusconi abbiano sempre cercato di mantenere dei buoni rapporti con il leader libico? La risposta è semplice: con la morte di Gheddafi e i conseguenti accordi internazionali, l’Italia è stata costretta ad interrompere l’acquisto di petrolio dalla Libia, trovandosi costretta ad acquistarlo ad un prezzo molto meno vantaggioso da paesi come l’Iraq e la Russia. Non solo, con la presa di potere da parte dei ribelli libici venne interrotto anche un programma di sviluppo dei paesi nordafricani che Gheddafi portava avanti da anni, rendendo l’europa la nuova meta dei flussi migratori provenienti da tutto il continente africano.Con questo non vogliamo certo dire che la dittatura di Gheddafi sia stata positiva. Come tutte le dittature ha portato disperazione e morte nel paese, ma è certo che l’ONU e la NATO non abbiano pensato alle conseguenze delle loro azioni. Basti pensare che nel solo mese successivo alla morte del dittatore le vittime degli scontri in Libia siano state oltre 10 mila e che l’economia di gran parte dei paesi mediterranei abbia attraversato un picco negativo, dimostrando come le Organizzazioni Mondiali non avessero affatto un piano di crescita per le aree interessate e come il loro obiettivo fosse semplicemente liberarsi di un personaggio a loro scomodo.