Dopo i difficili mesi trascorsi, ecco che il cinema italiano comincia lentamente a rialzarsi. Nonostante la riapertura parziale e ridotta dei cinema, ecco che direttamente dalla Sicilia comincia a prendere forma un progetto che potrebbe essere considerato come uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Dal 21 luglio al 25 agosto, ogni martedì, parte la prima edizione del SiciliaFilmFest, dopo l’edizione ‘zero’ tenutasi l’anno scorso. Abbiamo intervistato per voi Vincenzo Sacco, direttore artistico del festival, che ci racconterà il suo ruolo all’interno dell’organizzazione e offrirà qualche riflessione che coinvolgerà il cinema all’interno di questo difficile periodo. Per cominciare, abbiamo chiesto a Vicenzo di descrivere, per chi di voi non lo conoscesse, cosa sia il SiciliaFilmFest. Il SiciliaFilmFest, è un festival che nasce nel cuore nel bacino del mediterraneo, nella Sicilia, che storicamente e culturalmente è stata crocevia per popoli diversi e per le tratte commerciali. Infatti, il SiciliaFilmFest nasce per celebrare, come anche ha specificato Sacco, ogni tipo di cultura: un luogo che è stato centro di passaggio di tanti popoli di passaggio, che può dunque farsi portatore di nuove storie cinematografiche. “Il nostro scopo è quello di portare il cinema in luoghi in cui tradizionalmente non c’è: si tratta, infatti, di illuminare i cosiddetti “porti di cinema” che possono allargarsi a macchia d’olio e accendere i loro “fari di cinema”, cioè il palazzo d’Aumale a Terrasini e a Cefalù. Si tratta, infatti, di luoghi storici, non di cinema, ma che vengono allestiti per accendere “i fari di cinema” e illuminare la costa siciliana” ha dichiarato Vincenzo. Il cinema può diventare, tramite questi fari, una nuova fonte di segnalazione per una nuova traiettoria. I principi saldi a cui si ispira il Festival, come descritto dal direttore artistico, sono solidarietà, comunione e collaborazione. Soprattutto in quest’anno particolare, Vincenzo sente molto il peso dell’organizzazione del Festival, soprattutto per il messaggio di speranza, ripartenza e coraggio che questo deve infondere e trasmettere: “Il mio compito, all’interno dell’organizzazione, è stato quello di privilegiare i titoli che trattano della rivincita umana ed esistenziale. Il film di apertura, fuori concorso, è un film dal titolo “La rivincita”, che assieme ad altri titoli, chiamano l’elemento del riscatto”. Vista la particolarità del momento storico in cui viviamo, abbiamo pensato di soffermarci brevemente anche sui protocolli di sicurezza che il Festival assicura, nel mese di svolgimento. Naturalmente verrà rispettato il distanziamento sociale, con le dovute regole ed il personale addetto. Tuttavia ciò che ci ha colpito è l’obiettivo che il Festival ha, nonostante la limitazione degli obblighi dovuti all’emergenza: “Noi vogliamo che il cinema sia un luogo di aggregazione, pur nel rispetto della distanza sociale. Il ruolo del cinema è un’esperienza condivisa, che vogliamo ripristinare con tutte le dovute precauzioni all’aperto. Vogliamo ridare questa sensazione che ormai la gente non prova più da mesi. Vogliamo infondere sicurezza e speranza”. Nonostante, come dichiarato da Sacco, molti Festival siano stati annullati, il SiciliaFilmFest ha deciso di proseguire, non appena arrivate conferme da chi di dovere. “Siamo partiti con l’organizzazione molto in ritardo, considerando che si viveva in totale incertezza. Nel momento in cui abbiamo avuto le conferme per ripartire ci siamo mossi anche noi, immediatamente. Credo sia una scelta coraggiosa, soprattutto perché vuole essere un segnale di speranza nel voler dare un messaggio confortante in questo periodo. Molti festival sono saltati, ma noi abbiamo deciso di proseguire e farlo”. A tal proposito, non abbiamo potuto fare a meno di chiedere a Vincenzo Sacco un parere personale su come cambierà, secondo lui, il cinema internazionale dopo questo forte trauma. Non vi sono linee guida da seguire, ha spiegato, è stato un forte trauma che senza alcun dubbio lascerà la sua impronta all’interno della cultura, tra cui anche la cultura cinematografica. “Credo che probabilmente in questo periodo, mia ipotesi, le nuove tendenze creative andranno non nell’ottica di esplorare l’isolamento o le relazioni a distanza, ma ancor di più le tendenze si concentreranno su quanto in realtà siamo dei giganti che si appoggiano a brasi fragili che basta poco per distruggere”. Con queste premesse non possiamo, dunque, che ringraziare Vincenzo Sacco per la sua collaborazione e disponibilità ed augurare al Festival un grande buona fortuna: che questo messaggio di speranza possa essere trasmesso nel migliore dei modi.