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Approvata all'ONU la "risoluzione Falcone": unanimità di 190 Paesi

2020-10-26 05:01

Simone Dei Pieri

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Approvata all'ONU la "risoluzione Falcone": unanimità di 190 Paesi

L'impronta tracciata da Giovanni Falcone assume adesso un'ulteriore importanza strategica nella lotta alle mafie di tutto il mondo. L'ONU ha infatti a

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L'impronta tracciata da Giovanni Falcone assume adesso un'ulteriore importanza strategica nella lotta alle mafie di tutto il mondo. L'ONU ha infatti approvato all'unanimità nei giorni scorsi la "risoluzione Falcone".



Sono 190 le nazioni che hanno approvato all'unanimità la cd. "risoluzione Falcone", ispirata dall'azione giudiziaria messa in atto da Giovanni Falcone prima dell'uccisione per mano di Cosa Nostra.


A dirla tutta, era stato lo stesso Falcone ad auspicare un fronte comune globale per la lotta alle mafie in tutto il mondo: un investimento necessario in termini di cooperazione internazionale confermato anche dalla sorella Maria Falcone.


Si tratta di un lavoro collegiale che ha coinvolto attori di spicco da tutto il mondo: delegazioni diplomatiche, esponenti istituzionali, ONG e parti sociali hanno discusso circa lo stato della lotta alle mafie nel mondo, cercando metodi per migliorare la Convenzione di Palermo (primo strumento legislativo universale contro la criminalità organizzata) ratificata nel 2000 e fortemente voluta da Giovanni Falcone prima della sua morte.


La risoluzione, preparata dai ministeri di Affari Esteri, Giustizia e Interno, traccia un bilancio dell'attuazione della convenzione, che conta un'adesione quasi universale (190 Stati parte) ed è definita "il principale strumento globale a disposizione della comunità internazionale per prevenire e combattere tutte le forme e manifestazioni di criminalità organizzata transnazionale e proteggere le vittime".


La risoluzione punta al contrasto della dimensione economica della criminalità (il celebre "follow the money" coniato da Falcone), valorizza la restituzione dei beni alle vittime anche attraverso l'utilizzo sociale, progetta nuove forme di cooperazione internazionale e l'uso di tecniche investigative speciali, spinge verso l'uso della convenzione contro forme emergenti di mafia, apre la strada ad una collaborazione tra gli Stati e gli internet providers per il contrasto al cybercrime, e propone la lotta alla criminalità organizzata non solo come repressione ma soprattutto come lotta per i diritti e le libertà.


Si tratta inoltre di una previsione che guarda al futuro, riconoscendo l'importanza del contrasto a nuove forme di criminalità organizzata transnazionale nelle quali rientrano, ad esempio, la criminalità ambientale ed i reati informatici.