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Intervista ad Amr: l'amico di Patrick Zaky torturato dal Regime Egiziano

2020-05-27 05:00

Sara Obici

Apertura, News&Politics, Al-Sisi, Amr, Amr Abdelwahab, dittatura di Al-Sisi, egitto, Giulio Regeni, Patrick Zaky, Regime Egiziano,

Intervista ad Amr: l'amico di Patrick Zaky torturato dal Regime Egiziano

Due ragazzi, una storia comunePartiamo dal titolo. Quanti di voi ricordano Patrick Zaky e la sua storia? Quanti, invece, conoscono le vicende che coi

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Due ragazzi, una storia comune

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Partiamo dal titolo. Quanti di voi ricordano


Patrick Zaky e la sua storia

? Quanti, invece, conoscono


le vicende che coinvolgono Amr Abdelwahab

?Bene, se leggendo anche solo uno di questi due nomi avete avuto delle perplessità - si intende, non dovute alle loro particolari difficoltà di pronuncia XD, allora


è proprio il caso di ri-parlarne.

In breve, anzi brevissimo,


sia Patrick sia Amr sono due studenti egiziani che sono stati torturati dal regime di Al-Sisi

. Patrick è forse più famoso, Amr meno; ma tant'è.In molti non sanno che i due sono amici fin dal 2011, e Patrick aveva aiutato Amr quando


l'Università voleva espellerlo per "motivi politici"

. Alla fine, nonostante le proteste, l'esplulsione per Amr è comunque arrivata, e nel 2015 il ragazzo è stato anche torturato.


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"Sono stato picchiato, bendato e legato. Mi hanno privato del sonno e hanno cercato di distorcere il tempo", ha successivamente dichiarato all'Ansa. Dopo aver ricevuto ulteriori minacce,


Amr è stato infine costretto a lasciare il proprio paese,

e adesso vive in Germania.Ma come mai solo in pochi sanno tutto ciò? Come mai le storie di questi due ragazzi correvano già il rischio - da prima che l'emergenza Covid-19 monopolizzasse tutte le notizie - di essere


"progressivamente" dimenticate?

Seguendo praticamente lo stesso percorso del


caso "Giulio Regeni"

, la cui verità purtroppo si pretendeva in maniera sempre meno decisa con il passare del tempo.La risposta a questa, e numerose altre domande, ce le da proprio Amr, che abbiamo avuto modo di intervistare qualche tempo fa tramite Twitter.


La parola ad Amr

d1) l'Egitto tortura i suoi prigionieri, e ne viola i diritti umani. Perché secondo te non è stato possibile intervenire per fermare questo crimine che sta avvenendo, nel 2020, alla luce del sole?

r1)

"E’ alla luce del sole per tutti i 100 milioni di Egiziani, ed


è sempre stato così dal momento in cui sono nato.

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Ogni singola persona che è stata arrestata sotto le più svariate circostanze (eccetto i ricchi politicanti)


è stata torturata.

Il resto del mondo fallisce nel vedere questa ingiustizia semplicemente perché loro


guadagnano economicamente dall’avere dittatori mediorientali al guinzaglio;

Al-Sisi paga ogni anno una folle quantità di denaro per importare armi dai leader Europei in cambio che loro guardino dall’altra parte. E non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.Infine credo che le ragioni di questa cecità vadano ricondotte alla triste tendenza umana di


non voler notare le cose a meno che non avvengano alle persone che somigliano loro

, e per molte persone del resto del mondo noi egiziani siamo semplicemente medio orientali, gli altri, i


“non umani”

considerati solo come numeri e statistiche"


d2) Anche se adesso vivi e lavori a Berlino, stai facendo davvero tutto il possibile per aiutare Patrick. Vorresti descriverci nel dettaglio le tue iniziative per sollecitare la sua scarcerazione?

r2)

Non sono solo, sono membro di una campagna di supporto internazionale per Patrick che coinvolge decine di suoi amici sparsi in tutto il mondo. Stiamo lavorando per far “smuovere” le persone in tutto il mondo. Noi nella nostra campagna di supporto crediamo che i


confini mondiali siano solo solchi sul terreno, ma la nostra lotta è la stessa in tutto il mondo.

Diverse forme di dittatura si stanno unendo contro di noi ed è il nostro ruolo unirci contro di loro in nome della giustizia. Giustizia per


Patrick, per Regeni, per Alaa

per qualsiasi combattente per la libertà in tutto il mondo.


La nostra ultima campagna chiedeva agli italiani di inviare una e-mail al ministro degli affari esteri italiano, e in almeno 2200 ci hanno messo nel CC delle loro e-mail.Ed è soprattutto perchè vivo all'estero che devo farlo, perché il mio privilegio mi permette di rimanere relativamente al sicuro rispetto ai


miei amici e familiari che potrebbero essere rapiti

per aver fatto qualcosa che io sto già facendo da qui [Berlino n.d.r].


d3)

Patrick ha da poco dichiarato: “Conosco il mio Paese e le sue leggi: se fossi stato al corrente di carichi pendenti nei miei confronti non sarei tornato. Ma


sono innocente, non ho fatto nulla di male

e non capisco perché sono stato arrestato”. La sua unica vera colpa è davvero quella di essere una brava persona, che si occupa dei diritti umani? L’Egitto è davvero scivolato così in basso da ritenere tutto ciò un crimine?


r3)

I numeri rispondono da soli, basta guardare tutti i report della società civile internazionale. In Egitto ci sono 60 mila detenuti politici. Nel settembre 2019 più di 3000 persone sono state arrestate a causa delle proteste contro Al-Sisi.


C’è un colpo di stato militare che si basa su massacri in cui sono morte migliaia di persone nel 2013

d4) Quando pensi che le cose cambieranno in Egitto? Da cosa e chi dipende questo cambiamento?

r4)

Il cambiamento in Egitto alla fine avverrà, lo abbiamo già capito tutti a partire dagli eventi del 2011. Tuttavia ci siamo resi conto che non è abbastanza per il popolo egiziano combattere la lotta per i propri diritti.Questo perché ogni volta che c’è anche solo una chance per un vero cambiamento in Medio Oriente,


il mondo occidentale interferisce facendo in modo che questo cambiamento si interrompa

.Se vogliamo ottenere un vero cambiamento dobbiamo unirci a livello globale, e dobbiamo smettere di far raggiungere il potere a persone come Trump e Johnson; ma ovviamente il cambiamento in Egitto continuerà a fare affidamento sul popolo egiziano.