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Metacometa: l'accoglienza che dall'alto non ci vogliono raccontare

2019-06-13 06:00

Antonio Catara e Sara Obici

Apertura, News&Politics, #giovani, accoglienza, immigrazione, Meta Cometa, metacometa, salvini,

Metacometa: l'accoglienza che dall'alto non ci vogliono raccontare

Abbiamo incontrato Musa, Abdel e Lamin e i loro occhi non erano diversi dai nostri. Li abbiamo incontrati a Viagrande, nella villa di Metacometa, un

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Abbiamo incontrato Musa, Abdel e Lamin e i loro occhi non erano diversi dai nostri. Li abbiamo incontrati a Viagrande, nella villa di Metacometa, un’associazione che accoglie ragazzi che hanno lasciato la propria terra per un futuro migliore. Qui vivono con le loro mamme e i loro papà adottivi e imparano a conoscere la cultura occidentale e le sue caratteristiche. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro, seduti su di un divanetto, ridendo e scherzando. Ci hanno parlato di come sono arrivati in Italia, dei lunghi giorni passati in mare senza la possibilità di lavarsi o mangiare, di come si siano integrati nella nostra società proprio grazie alle famiglie di Metacometa. Abbiamo parlato di politica, del ministro Salvini, di meritocrazia, religione e pregiudizi. Sapete cosa ne è venuto fuori? Che questi ragazzi hanno una mentalità molto più aperta di noi. Scordatevi il cliché del padre padrone, della donna sottomessa, della delinquenza e del terrorismo. Tutti loro sono fuggiti da queste barbarie e di certo non vogliono tornarci. Abdel, per esempio, ci ha parlato del suo sogno di essere medico e della sua passione per lo studio, senza contare che, probabilmente, ha letto e conosce molto meglio di tanti suoi coetanei italiani la storia della nostra nazione, della nostra costituzione e dell’europa. Lamin ci ha raccontato della sua esperienza lavorativa come mediatore linguistico. Esperienza, che lo ha portato ad imparare e a padroneggiare tre lingue, senza contare che grazie al suo impegno aiuta tantissimi ragazzi come noi. Quello che mi ha colpito di più, con molta sincerità, è stato Musa. Mi ha fatto male vedere i suoi occhi lucidi nel ricordare la Costa D’Avorio, il suo paese, e la sua mamma. Mi ha fatto ancor più male sentirlo parlare del Ministro Salvini e sentire nella sua voce tanta amarezza, ma nessun odio. Tutto ciò che chiedono è una possibilità e che questa non gli venga preclusa da pregiudizi razziali immotivati.L’immigrazione clandestina è, e su questo ci sono pochi dubbi, un problema importante per la nostra nazione, che da sola non può fronteggiare un esodo di tale portata. Tuttavia, chiudere i centri di accoglienza, creare odio e diffidenza e discriminare questi ragazzi non è la soluzione. Ci siamo appena lasciati alle spalle le elezioni europee e la Lega ha stravinto: Ministro Salvini, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E francamente dell’accanimento e delle strumentalizzazioni sulla pelle degli esseri umani ci siamo un po’ rotti le palle.Comunque Abdel è in cerca di una fidanzata e Lamin fa l’influencer su Instagram: fossi in voi un pensierino ce lo farei.