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Valerio Saitta

I ragazzi vogliono che si parli a scuola di omofobia, bifobia e transfobia

2025-05-17 06:00

Valerio Saitta

Apertura, attualità,

I ragazzi vogliono che si parli a scuola di omofobia, bifobia e transfobia

Oggi è la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita nel 2007 dal Parlamento Europeo

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Oggi è la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita nel 2007 dal Parlamento Europeo con lo scopo di aumentare la consapevolezza e la sensibilizzazione sul tema della lotta alle discriminazioni e alla violenza di ogni genere. 

 

Questa giornata, che nell’art. 3 afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, rappresenta un’importante occasione di riflessione per le istituzioni scolastiche, il personale docente e gli studenti, incentrata sui principi di uguaglianza, dignità e libertà individuale.
 

La lotta alle discriminazioni e la prevenzione del bullismo sono compiti quotidiani degli insegnanti di ogni ordine e grado, impegnati a educare studenti e studentesse al rispetto delle diversità e ai valori fondamentali della convivenza civile. 

Perciò, in occasione di questa giornata le istituzioni scolastiche (non magari oggi, dato che cade di sabato, ma nei giorni precedenti) hanno affrontato iniziative di approfondimento specifiche. 

Ma quanto ne sanno i giovani su questi temi?
In particolare noi di Sud Life ci siamo confrontati con gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado e ciò che è emerso è che quasi il 90% di questi ragazzi, nonostante li abbia sentiti, non ha idea di cosa significhino questi termini. In particolare i termini più “sconosciuti” sono bifobia e transfobia, spesso associati entrambi all’omosessualità. Confusione anche per quanto riguarda il termine omofobia, anch’esso associato all’omosessualità, ma senza che si capisca bene in che senso, o al bullismo in senso generale.
Due ragazzi su 10 hanno invece dichiarato di non aver mai sentito questi termini. 

Più avanti con l’età la consapevolezza aumenta, così come la sensibilità degli studenti a questi temi.
In particolare i giovani italiani delle scuole superiori conoscono il significato di queste parole e chiedono maggiori informazioni su cosa la politica faccia concretamente nel quotidiano per evitare discriminazioni sociali e tre studenti su quattro desiderano approfondire queste tematiche a scuola.

Ciò si evince dal questionario distribuito da We School, che negli scorsi anni ha proposto un questionario sulla propria piattaforma riguardante le differenze sessuali.
3.199 sono state le risposte ottenute (rigorosamente anonime di allievi e docenti).  
I dati dell’indagine sono chiari: il 75% degli intervistati ritiene che le questioni relative alle differenze sessuali dovrebbero essere oggetto di lezioni o discussioni in classe. 

Tuttavia, c’è una evidente carenza di informazioni: se il 76,8% dei giovani conosce il significato dell’acronimo LGBTQ+, 245 ragazzi non ne hanno idea e altri 354 sono incerti. Il 71% sa cosa significano differenza di genere, sesso e orientamento sessuale, ma 427 studenti non hanno nozioni di omobitransfobia e 354 non sono affatto sicuri.

Dall’analisi di WeSchool emerge che gli atti di omofobia o di aggressione per motivi legati all’identità LGBTQ+ sono in numero limitato, confinati a una minoranza. 
Tuttavia, i numeri dell’indagine raccontano anche storie di grande difficoltà: il 18,6% degli intervistati ha vissuto esperienze di esclusione o addirittura di attacchi all’interno delle scuole. 

C’è da dire che parlare a scuola di queste tematiche non è facile, perché sono delicate e non sempre presenti nei programmi scolastici. Ci vorrebbero soprattutto docenti capaci di trattarli, nel modo e nei termini giusti.
E ovviamente anche genitori “aperti” ad affrontare certe discussioni.