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Valerio Saitta

The Umbrella Academy- Recensione della seconda stagione

2020-08-09 06:00

Francesco Lattanzio

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The Umbrella Academy- Recensione della seconda stagione

Sull’onda del successo della prima stagione, Netflix ha rinnovato “The Umbrella Academy” per una seconda stagione, distribuita in streaming lo s

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Sull’onda del successo della prima stagione, Netflix ha rinnovato “The Umbrella Academy” per una seconda stagione, distribuita in streaming lo scorso 31 luglio 2020. La serie, composta da 10 episodi per ambedue le stagioni, riprende esattamente il punto in cui si era conclusa la prima, distribuita nel febbraio 2019. Prima di analizzare la seconda stagione, sarebbe opportuno ripercorrere brevemente le fila della prima stagione.


La prima stagione (potrebbe contenere spoiler!)

Sette fratelli

adottati da un eccentrico miliardario,


con poteri speciali

, vengono istruiti per salvare il mondo.


Ognuno di loro ha un talento particolare

:


Luther

ha la


superforza

;


Diego

ha la capacità di


curvare

la traiettoria degli oggetti che lancia;


Allison

possiede il dono delle


“voci”

, attraverso le quali riesce a far fare agli altri ciò che vuole;


Klaus

può comunicare con i


morti

;


Numero 5

ha la capacità di


teletrasportarsi

dovunque voglia, anche viaggiare nel tempo (la sua abilità sarà infatti la causa motrice della prima stagione);


Vanya

ha la capacità di emettere


onde

sonore distruttive, e sarà il personaggio chiave per la prima stagione. Il settimo elemento (precisamente


“numero 6”

),


Ben

, è deceduto nel corso di una missione durante la loro infanzia da supereroi. Il personaggio è tuttavia presente grazie al contatto col fratello Klaus.La prima stagione mostrava i protagonisti, ormai giovani adulti, alle prese con la vita quotidiana: in un mondo reale come il nostro, non c’è spazio per i supereroi! Di questo, sembrano essersene accorti tutti, tranne Diego, il membro ostinato della squadra. La serie si svolge con


toni tra il drammatico e il comico

, alleggerendo molto la narrazione e lo sviluppo di trama che si dispiega in un arco cronologico molto ampio, fra il presente e il futuro indefinito. La loro missione è


fermare l’apocalisse

che, poi scopriremo alla fine della serie,


essere causata

dall’instabilità emotiva di


Vanya

, la quale farà esplodere i suoi poteri causando la distruzione del mondo e del genere umano. Non riuscendo ad impedire l’apocalisse, in un ultimo tentativo disperato,


Numero 5 teletrasporterà l’intera squadra nel passato

.


umbrella-academy-netflix-premiere-date-.jpg

La seconda stagione

Ecco che la seconda stagione comincia!


I sei membri sono sparsi nel passato

, ognuno separato dall’altro, in un arco cronologico che va


dal 1960 al 1963

. Spaesati e confusi, dovranno fare i conti con loro stessi e far fronte a questo mondo così diverso rispetto al loro contemporaneo (precisamente, l’anno 2019). Dopo essersi riuniti, Numero Cinque annuncia


la presenza di un’ulteriore apocalisse

che si sarebbe verificata fra poco più di una settimana.Rispetto alla prima stagione,


la seconda ha molti più personaggi presenti e tiene conto dell’importante sfondo storico-politico che è quello degli anni ’60

. La particolare


cura per i costumi

, soprattutto nella figura di Allison, la quale segue le vicende di protesta razziale, è estremamente raffinata. I nostri protagonisti dovranno imparare a convivere senza l’utilizzo dei propri poteri, in maniera tale da


riuscire a diventare “autonomi”

.Ogni personaggio è alle prese con un problema da affrontare, ma


ognuno ha il suo spazio all’interno della serie

senza scavalcare l’altro e diventare preponderante nella narrazione, indispettendo il pubblico. L’annuncio di un’ulteriore apocalisse, sembra marcare troppo il terreno in comune con la prima stagione,


rischiando

di rendere la narrazione e lo svolgimento degli eventi estremamente ridondanti. Situazioni viste già viste, esperienze già vissute e provate, ma tuttavia


questa seconda stagione riesce ad essere, a suo modo, d’effetto

.


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Gli attori, ormai un tutt’uno coi protagonisti della serie, sono stati in grado di rendere ben presenti


le fragilità dei personaggi

:


Luther

che affronta il suo amore per Allison;


Vanya

alle prese con un’amnesia dovuta al viaggio nel tempo a cavallo fra prima e seconda stagione;


Allison

impegnata nella causa, ma anche costantemente logorata dalla tentazione di usare i poteri, cosa dalla quale, fin dalla prima stagione, cercherà di fare a meno;


Klaus

che, nonostante il suo atteggiamento “folle”, nasconde un dolore legato a


Ben

, il quale dolore emergerà soprattutto nell’ultima parte della seconda stagione;


Diego

, costantemente afflitto dalla mania dell’eroe, questa volta indirizzata nel tentativo di salvare il presidente Kennedy; ed. infine,


Numero Cinque

, la mente di tutta squadra e, il personaggio, più meschino e manipolatore della serie, interpretato splendidamente dall’attore


Aidan Gallagher

.Una tematica che prende spazio e si dispiega è il


razzismo

: Allison, bloccata nel 1961, si impegna come attivista per il movimento dei diritti civili degli afroamericani.


Immagini molto potenti

sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista morale,


hanno rappresentato solo la punta dell’iceberg della dura battaglia per la causa

. Scelta molto interessante quella di rappresentare una tematica così forte, accompagnata da movimenti di protesta che hanno fatto la storia e lasciato la loro impronta.


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Tutti i personaggi, costretti infatti a fare i conti con sé stessi, saranno condotti inevitabilmente a fare i conti con un altro personaggio:


il loro padre

. Nella prima stagione, l’anziano uomo si è visto molto poco, soprattutto perché la narrazione prende avvio dalla sua morte e dal suo funerale, luogo di ritrovo per gli altri fratelli. Tuttavia, la sua presenza rimane costante nell’aria ed è come un personaggio onnipresente e trascendente, per tutta la durata della prima stagione. Ora, con la seconda stagione,


il personaggio ha preso corpo ed è quindi diventato un uomo

, in carne ed ossa per dire,


da affrontare e da tener testa

. Il ritorno nel passato, può essere visto, in doppia chiave, anche come un modo di tornare indietro ed


affrontare quel problema

incastonato nella loro coscienza ed intimità, che i sei personaggi si trascinano dietro come un macigno da tutta la vita.L’unica pecca di questa seconda stagione è


l’eccessiva carne al fuoco che i produttori hanno inserito

: soprattutto nell’ultimo episodio, si intrecceranno troppi eventi, neanche dettagliatamente analizzati, che causeranno una leggera confusione e non una piena soddisfazione in chi guarda la serie.Ovviamente, vi saranno


colpi di scena interessanti

, che potranno (si spera) essere meglio sviluppati e dispiegati per una terza stagione.


Attualmente non sappiamo se Netflix rinnoverà la serie per una terza stagione

oppure, al contrario, se scelga di cancellarla. Rimaniamo in attesa di novità dalla casa di produzione.


E voi avete visto la seconda stagione? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento.