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Scuola ed Emergenza Sanitaria: in Italia e nel mondo, quali le migliori soluzioni?

2020-08-05 06:00

Sara Obici

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Scuola ed Emergenza Sanitaria: in Italia e nel mondo, quali le migliori soluzioni?

Scuola: una parola che oggettivamente, il 5 di agosto, nessuno di noi vorrebbe sentir nominare. Ma se per professori ed alunni il pensiero è ancora l

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Scuola: una parola che oggettivamente, il 5 di agosto, nessuno di noi vorrebbe sentir nominare. Ma se per professori ed alunni il pensiero è ancora lontano, c’è invece chi da intere settimane non pensa ad altro…


E no, non sono i genitori che stanno facendo il conto alla rovescia – o almeno non solo XD – ma tutti gli esperti del governo al servizio del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.


E quali soluzioni stanno valutando? Come si potrebbe garantire un rientro “sicuro” a settembre? Cerchiamo di capirlo, anche analizzando i vari accorgimenti che si sono studiati “in giro per il mondo” nel corso di questi mesi.


Quali sono state le idee più efficaci? E quali potrebbero essere “importate” anche in Italia? Scopritelo insieme a noi.


  1. Corea del Sud: bene ma non benissimo

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Si era dichiarata “fuori pericolo” ad inizio Maggio, e quindi era stato dato il via libera “graduale” alle riaperture di scuole e università.Le premesse sembravano delle migliori, con accorgimenti “all’avanguardia” quali


screening di massa e tracciamento digitale degli studenti.

Purtroppo però, nonostante questo tipo di precauzioni, il numero di contagi è ben presto risalito in maniera esponenziale – gli esperti affermano anche a causa di accorgimenti non effettivi riguardanti il distanziamento sociale.Ed è così che si è arrivati a situazioni paradossali, come quella di Seul, in cui gli studenti di alcune scuole sono stati fatti rientrare per un solo giorno, prima di vederle nuovamente chiudersi!Quindi da questa esperienza sembra chiara una cosa: si a screening e app digitali per il tracciamento, ma insieme anche a politiche di distanziamento sociale!


  1. Austria, Germania e Danimarca: esempi da poter seguire?

Queste tre Nazioni vengono da più parti indicate come fautrici di “esempi virtuosi” per quanto riguarda le


riaperture dei poli scolastici.

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Di recente numerosi giornali internazionali, tra cui il nostro “ilsole24ore”, le ha inserite nella lista degli stati con il


minor tasso di contagio tra gli studenti.

Il motivo di questo “successo”? Molti esperti sembrano attribuirlo alla pratica di effettuare


un controllo periodico - tramite tampone

, agli studenti ogni 14 giorni – che come sappiamo è il periodo di incubazione del Corona virus.Questa pratica permetterebbe infatti un controllo della situazione ancora più efficace, e i risultati non fanno altro che avvalorare questa tesi.Ma in Italia questa sarebbe una soluzione praticabile, o avremmo invece delle voci di protesta e indignazione? Considerato anche il fatto di come si è reagito in passato per l’obbligatorietà dei vaccini, purtroppo la seconda opzione sembra essere quella più probabile…


  1. Brasile e affini, ovvero cosa non fare

Come sappiamo purtroppo il Brasile è uno di quegli stati che sta peggio gestendo la pandemia mondiale.Difatti il presidente Bolsonaro, adottando un atteggiamento del tutto “negazionista” rispetto al virus – pur avendolo di fatto contratto in prima persona, sta portando la sua nazione ad essere la seconda al mondo per il numero di morti dovuti al covid-19.


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E con delle premesse del genere, le sue politiche - anche in merito alla situazione nelle scuole - non potevano che condurre a risultati disastrosi.Difatti la sua decisione è stata letteralmente “non fare nulla”. In un’intervista ha dichiarato che gli studenti avrebbero dovuto continuare normalmente a frequentare scuole ed università, anche senza mascherina, perché per lui il Covid non è altro che “un’influenza”.Fortunatamente, a livello locale le varie amministrazioni hanno potuto, in alcuni casi, “svicolarsi” dai suggerimenti del presidente, e decidere di chiudere momentaneamente i poli scolastici per la sicurezza di tutti.Purtroppo però non è bastato, perché come riportano anche da fonti ONU, le scuole e le università comunali, statali e private brasiliane hanno avuto reazioni diverse riguardo alla sospensione delle lezioni – spesso legate all’orientamento politico di chi le gestisce – e le chiusure sono avvenute solo in sparute località.


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Anche in Svezia, in Taiwan, in Nicaragua, e in altri paesi convinti che l’immunità di gregge si possa raggiungere lasciando “naturalmente” evolvere l’arco dei contagi – posizione tenuta “nella prima ora” anche dall’Inghilterra, si sono verificate situazioni molto simili; e non è un caso che il numero dei morti per Covid-19 in questi stati sia più alto rispetto alla media.Insomma, possiamo dire che questi stati rappresentino un esempio di tutto ciò da


non imitare.
  1. Altre soluzioni “sparse”

Essendo impossibile schematizzare ulteriormente le posizioni e le politiche di tutti i paesi del mondo riguardo alla questione “scuole & covid-19”, vi proponiamo qui una carrellata delle idee che sono state ventilate nel corso del tempo.


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  • Plexiglass tra un banco e l’altro.
  • banchi “girevoli” con le rotelle, in modo tale da consentire un distanziamento “immediato”,
  • frequentazione delle classi “a scaglioni”, con metà degli alunni in presenza, e l’altra metà a seguire la lezione telematicamente da casa.

Come sappiamo queste sono ipotesi ventilate anche nel nostro paese, ma allo stato attuale non ci sono ancora conferme su quali di queste verranno attuate e quali no.Speriamo solo che si riesca a “desumere” il meglio dalle diverse esperienze e considerazioni che si sono portate avanti in giro per il mondo.