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Giovani reporter cinesi documentano il Coronavirus e scompaiono

2020-02-24 06:00

Sara Obici

Apertura, News&Politics, Chen Qiushi, Cina giornalisti scomparsi, Citizen journalism, Citizen Journalist, coronavirus, Fang Bin, Giornalismo Partecipativo, giornalista di strada, giornalisti cinesi, Inchieste fai da te, quarantena, reportage sul Coronavirus, Wuahn,

Giovani reporter cinesi documentano il Coronavirus e scompaiono

Chen Qiushi e Fang Bin, questi i nomi dei due giovani giornalisti cinesi dei quali non si hanno più notizie dagli inizi di Febbraio. Entrambi stavano

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Chen Qiushi e Fang Bin, questi i nomi dei due giovani giornalisti cinesi dei quali non si hanno più notizie dagli inizi di Febbraio. Entrambi stavano documentando la situazione critica dovuta al Coronavirus, e nello specifico si concentravano su come il governo del loro paese stesse gestendo quest'emergenza.


I loro video di denuncia hanno raccolto centinaia di migliaia di views prima di essere oscurati in tutta la Cina; e, seppure stessero lavorando indipendentemente l'uno dall'altro, sono riusciuti a scoprire verità inquietanti - documentate nel corso dell'articolo - del tutto simili. Purtroppo però adesso di loro non si hanno più notizie, e sembrano spariti dai radar.


Perchè nessuno ne parla? Dove sono finiti? E cosa avevano davvero scoperto prima di "scomparire nel nulla"? Scopriamolo insieme.


Fang Bin e il video segreto

Trentenne, uomo d'affari della "sfortunata" città di


Wuhan

, un interesse per la vita politica e il giornalismo partecipativo. Queste sono le pochissime informazioni che si hanno a disposizione su


Fang Bin.

Ma è evidente che, più che parlare di sè, lui si occupasse di documentare la realtà. Infatti tramite


il suo canale Youtube - ancora visibile nel nostro paese

- mostrava i vari lati dell'emergenza dovuta al Coronavirus, e da circa un mese postava regolarmente questi suoi reportage.Dalla routine quotidiana nella "


nuova Wuahn in quarantena

", alla situazione delle


scorte alimentari nei negozi

; dalla


desolazione nelle strade vuote

alla sua


personale testimonianza della situazione.

Ad un certo punto però, tra tutti questi video che, seppur importanti, non sembrano essere davvero degni di nota, Fang Bin ne gira uno clamoroso, che contiene una verità agghiacciante. Siamo in uno spiazzo sul retro dell'ospedale di Wuhan, e su un minibus


i cadaveri di otto persone vengono accatastati uno sull'altro come sacchi di patate.

[


qui il link al video originale

per dovere di cronaca, ma sconsigliamo la visione perchè potrebbe urtare la sensibilità]


Subito dopo la pubblicazione del video la polizia fa irruzione in casa di Fang -


come da lui stesso raccontato

[min 0:58] - e dopo essere stato prelevato in piena notte e interrogato sui suoi video, viene rilasciato con l'avvertimento di


non continuare

più questa sua attività.Ma Fang non si fa intimidire, e prosegue nella sua inchiesta. Il


suo ultimo video

, datato 9 febbraio, è una significativa lettura di pochi secondi:


Poi di lui non si hanno più avuto notizie. Nessun video, nessun contatto telefonico, niente di niente. Che abbia voluto lasciare un ultimo messaggio per tutti, dato che aveva la consapevolezza che poi sarebbe stato nuovamente arrestato? Queste sono solo supposizioni, quel che è certo è solo un grande,


invalicabile muro di silenzio.

Chen Qishi e la quarantena forzata

Chen Qishi è un giovane avvocato specializzato nei


diritti civili

, ben conosciuto nel mondo degli attivisti per via del suo reportage sulla protesta di Hong Kong. E già solo questa sua inchiesta era bastata per mettere in allerta gli esponenti del governo cinese - rappresentanti di quella che definiscono "repubblica popolare", ma nella quale è possibile l'esistenza di un


unico partito

.Difatti


i suoi canali social

- che avevano un seguito di 700mila follower - erano già stati oscurati in seguito ai suoi video sulle violenze della polizia contro i dimostranti di Hong Kong; e i meccanismi della


censura cinese

erano stati implacabili.Ma Chen Qishi non si è arreso, si è dedicato a


scoprire la verità anche dietro al Coronavirus

. Ha visitato numerosi ospedali di Wuhan, constatato


le condizioni delle strutture e dei pazienti

[sud-eng min24:23], intervistato alcuni di loro.Mentre portava avanti questo delicato compito ha dichiarato:


Purtroppo al momento


non si hanno più notizie di Chen

.


Sua madre ha tweettato di non avere sue notizie da giorno 6 febbraio

. Successivamente un amico dell'attivista,


Xu Xiaodong, ha comunicato in un video su Youtube

che Chen è stato prelevato e posto in


quarantena forzata

in un luogo sconosciuto.Adesso, sappiamo che solitamente la quarantena per il Coronavirus dura 10-14 giorni, ma sono passati più di 17 giorni dal suo "isolamento", quindi


il periodo dovrebbe essere già trascorso.

E comunque, ammesso e non concesso, è prassi comune comunicare ai parenti del paziente le informani su dove si trovi il loro caro.Tutto questo nel caso di Chen non è avvenuto. E ancora una volta a farla da padrona è il silenzio.Amnesty International sta seguendo queste vicende, e tramite la figura del ricercatore Patrick Poon sembra che qualcosa si stia muovendo."Le sorti di Chen Qishi e Fang Bin sono ancora incerte, e non si sa se siano in stato di arresto o in quarantena forzata" ha dichiarato il signor Poon, per poi concludere:"Le autorità cinesi dovrebbero quantomeno


informare le loro famiglie

e


dare loro accesso a un avvocato

di loro scelta. Altrimenti, è una preoccupazione legittima che siano a rischio di


tortura o altri maltrattamenti

".