“È avvenuto, quindi può accadere di nuovo. Questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire” – Primo Levi.
Il 27 gennaio 1945 è una data simbolica in cui si commemorano tutte le vittime dell'Olocausto, una delle pagine più nere della storia del ‘900 che trova ampia risonanza mediatica anche oggi con la guerra in Israele. Giorno della Memoria che è stato istituito in Germania nel 1996 e in Italia dal 200 e nel 2005, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato questa giornata per tutti i paesi membri.
Ma cosa significa Shoah per i giovani nativi digitali?
Secondo una ricerca condotta nell’epoca pandemia da coronavirus dall'associazione "Donne e qualità della vita", analizzando un campione di 475 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, non c’è molta consapevolezza: il 35% non conosce affatto il significato di questo evento, mentre il 13% lo confonde con un "effetto chimico della bomba atomica", il 12% lo identifica come "una guerra medievale", l'8% lo considera "un eroe della Resistenza" e un 2% lo associa addirittura a "una nuova variante del Covid".
Solo il 36% ha fornito una risposta corretta, riconoscendo il genocidio sistematico di milioni di ebrei. Il 29% ha dichiarato di non sapere.
Nel sondaggio, è stato chiesto ai giovani da dove avessero appreso di questo capitolo storico: il 15% ha citato la televisione, un altro 15% i social media, il 12% ha sentito parlare dell'argomento in famiglia, il 9% dalla radio, un altro 9% conversando con amici, un 7% leggendo i giornali, e un modesto 11% ha approfondito l'argomento autonomamente online.
C'è anche confusione sulla collocazione storica: solo il 37% sa che l'Olocausto coincide con il periodo del nazifascismo, mentre il 13% lo colloca nell'Ottocento, un allarmante 18% nel Cinquecento e un inquietante 15% sostiene che non sia mai accaduto. Il restante 17% preferisce non esprimere un'opinione in merito. Questo evidenzia l'urgenza di trasmettere alle nuove generazioni l'importanza della memoria, come antidoto contro il negazionismo e come strumento di costruzione della coscienza sociale.
Nonostante questo dato, anche stamattina nella maggior parte delle scuole siciliane si è parlato dell’argomento come ogni anno. Sono state proposti momenti di riflessione, incontri, letture, proiezioni di film, canti e spettacoli teatrali con l’intento non solo di ricordare, ma anche di sensibilizzare i giovani sull’importanza della memoria e su temi importanti quali la pace, la fratellanza, il rispetto tra i popoli.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha bandito per l’anno scolastico 2024/2025, la XXIII edizione del concorso scolastico nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.
Un concorso rivolto agli studenti delle scuole del primo e secondo ciclo di istruzione, con la finalità di promuovere studi e approfondimenti su questo tragico evento.
«La Giornata della memoria è un monito drammatico e costante per la nostra coscienza collettiva – ha dichiarato il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - Quell’odio che ottant’anni fa si espresse in una forma così dirompente e atroce, oggi scorre sotterraneo, pronto a riaffiorare. Lo vediamo nelle derive di certe piazze o in tante, troppe espressioni sui social impregnate di violenza e di antisemitismo. Il nostro impegno, quello di tutte le istituzioni, deve essere indirizzato quotidianamente a riaffermare i valori della libertà e del rispetto, insegnandoli innanzitutto ai nostri giovani. Lo dobbiamo alle vittime di quel barbaro sterminio».