Si attivano le scuole italiane in occasione della 30° Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in onore delle vittime innocenti delle mafie, che si celebra oggi venerdì 21 marzo. Più di 100 istituti scolastici, oltre 12.000 studenti, parteciperanno ad una serie di iniziative volte a dimostrare l’impegno comune nella lotta contro la criminalità organizzata.
A Trapani in particolare si svolge uno degli eventi più importanti, con il corteo organizzato dall’associazione Libera, che prenderà il via alle 9 da piazza Garibaldi e arriverà alle 11 in piazza Vittorio Emanuele, dove verranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie. A seguire, interverrà don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e figura di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata.
Un evento simbolico che rappresenta un momento di riflessione e partecipazione attiva nella costruzione di una cultura della legalità. L’associazione ha deciso di organizzare il corteo proprio in questa città per il suo legame con la storia di Margherita Asta, figlia di Barbara e sorella di Salvatore e Giuseppe, vittime della strage di Pizzolungo, di cui quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario.
Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 17, si svolgeranno seminari di approfondimento in vari spazi della città, offrendo agli studenti e ai cittadini occasioni di confronto e formazione.
In parallelo alla manifestazione di Trapani, gli istituti scolastici delle nove province siciliane organizzano eventi e attività per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della memoria e dell’impegno civile.
Tra le iniziative in programma:
Dibattiti e momenti di riflessione sulla legalità e sulla lotta alle mafie;
Letture, proiezioni di film e spettacoli teatrali dedicati al tema della giustizia e della memoria;
Flashmob e canti per coinvolgere attivamente gli studenti;
Incontri con magistrati, giornalisti, scrittori e imprenditori, per offrire testimonianze dirette sull’importanza della legalità e della lotta alla corruzione.
L’impegno delle scuole siciliane in questa giornata dimostra come l’educazione possa svolgere un ruolo fondamentale nella costruzione di una società basata su giustizia, memoria e partecipazione attiva. L’incontro tra giovani, istituzioni e testimoni della lotta alla mafia rappresenta un passo significativo per diffondere la cultura della legalità e contrastare ogni forma di criminalità organizzata.
Ma cosa pensano oggi i ragazzi della mafia?
La maggior parte degli studenti italiani ritiene che la mafia sia invincibile e più potente dello Stato. Questa visione pessimistica è stata evidenziata dal Centro studi Pio La Torre, attivo da 38 anni nella promozione del patrimonio ideale e politico di Pio La Torre, il leader del Pci e della Cgil assassinato a Palermo il 30 aprile 1982 dalla mafia.
Lo scorso anno in occasione del 42esimo anniversario della morte di La Torre, il centro ha divulgato i risultati di un sondaggio condotto su 1.578 studenti di età compresa tra 14 e 21 anni, provenienti da diverse parti d'Italia, riguardo alla mafia e ai mezzi per affrontarla.
Il sondaggio ha mostrato che solo il 20,6% degli studenti, ovvero circa 1 su 5, crede che lo Stato possa sconfiggere la mafia, mentre il 49,8% ha risposto negativamente e il 29,6% non ha espresso un'opinione chiara. Questi dati sorprendenti evidenziano come i giovani, che di solito tendono a essere più ottimisti riguardo al futuro, abbiano una percezione profondamente disillusa del fenomeno mafioso.
Il questionario aveva chiesto ai giovani quali misure dovrebbe adottare lo Stato per affrontare il problema delle mafie. Secondo gli studenti intervistati, le azioni più significative da intraprendere sono la lotta contro la corruzione e il clientelismo (21,5%) e la promozione dell'educazione alla legalità (21,3%).
Il sondaggio ha rivelato anche che i ragazzi e le ragazze hanno poca fiducia nella politica, sia a livello nazionale (7,4%) che locale (4,7%), riguardo alla lotta contro la criminalità organizzata. Tra coloro che si dedicano alla lotta contro la mafia, gli insegnanti, seguiti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura, godono della maggiore fiducia da parte degli studenti. Infine, quasi tutti gli intervistati (il 90,7%) ritengono che le persone, in generale, tendano a guardare ai propri interessi.