
Con la cerimonia solenne di insediamento celebrata domenica in Piazza San Pietro, è ufficialmente iniziato il pontificato di Leone XIV. Robert Francis Prevost ha ricevuto l’affetto dei fedeli cattolici, ma il suo insediamento sul soglio di Pietro suscita opinioni contrastanti, soprattutto tra i più giovani.
Noi di SudLife, nei giorni dopo la sua elezione, avevamo riportato i commenti “a caldo” fatti dagli studenti delle scuole secondarie e delle università catanesi e avevamo notato che, sebbene i più avessero preferito un Papa di colore, la scelta era comunque stata gradita. Qualcuno “a pelle” lo riteneva simpatico e piaceva anche il fatto che fosse un “mix statunitense e peruviano”.
Ciò che noi abbiamo raccolto a livello locale non è però confermato da un’indagine condotta da Only Numbers per La Stampa. Secondo il quotidiano infatti il 56% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni esprime giudizi negativi sulla nomina di Prevost, proprio per il fatto che esso sia statunitense. Il malessere giovanile non sembra essere radicato in motivazioni teologiche o ideologiche, quanto in una sensibilità generazionale più diffidente nei confronti delle dinamiche di potere.
Il timore principale è che la spiritualità venga subordinata alla politica internazionale, specialmente in un momento in cui la leadership mondiale degli Stati Uniti è guidata da un presidente, Donald Trump, molto polarizzante e non ben visto dalle nuove generazioni. I ragazzi temono insomma che due uomini così potenti in due poltrone del mondo così importanti possano portare gli Stati Uniti a diventare troppo influenti.
Riguardo l’omelia, anche qui i pareri non sono molto favorevoli. I giovani avrebbero preferito un linguaggio più diretto rivolto a questioni specifiche e secondo il quotidiano il 53,7% ha considerato il discorso troppo generico nei contenuti. Molti hanno anche notato che non ha detto nulla sui giovani.
Ed in effetti è così, principalmente il Papa si è concentrato più sulle parole “amore” e “pace”, ma ad essere onesti aveva già detto qualcosa sui ragazzi tre giorni prima. In particolare il 15 maggio Prevost ha incontrato i “Fratelli delle Scuole Cristiane” nella Sala Clementina e nel corso del suo discorso il Pontefice ha parlato di giovani e ha dato consigli a tutti gli educatori.
Vatican News aveva riportato alcune frasi: “I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca, sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo. Oggi questi sono gli ostacoli da affrontare. Pensiamo all’isolamento che provocano dilaganti modelli relazionali sempre più improntati a superficialità, individualismo e instabilità affettiva; alla diffusione di schemi di pensiero indeboliti dal relativismo; al prevalere di ritmi e stili di vita in cui non c’è abbastanza posto per l’ascolto, la riflessione e il dialogo, a scuola, in famiglia, a volte tra gli stessi coetanei, con la solitudine che ne deriva. Si tratta di sfide impegnative, di cui però anche noi possiamo fare altrettanti trampolini di lancio per esplorare vie, elaborare strumenti e adottare linguaggi nuovi, con cui continuare a toccare il cuore degli allievi, aiutandoli e spronandoli ad affrontare con coraggio ogni ostacolo per dare nella vita il meglio di sé”.
Dunque il nuovo Pontefice ha un’opinione positiva su di loro e crede nelle loro potenzialità, ma si auspica che vengano aiutati di più dai più grandi. I timori del Pontefice sono forse quelli di tutti gli adulti, ovvero quello che le capacità dei più piccoli si vadano perdendo con il tempo seguendo dei modelli sbagliati.
Insomma, in maniera visionaria, sarebbe auspicabile pensare che tra i profili Instagram più seguiti dai ragazzi ci sia “Gesù Cristo” piuttosto che un cantante trap o neomelodico, ma perché avvenga ciò è necessari che la Chiesa torni ad essere “appetibile” per i ragazzi, un luogo che si apra di più al loro linguaggio e ai loro modi di pensare. Vedremo cosa cambierà con questo nuovo Papa, al quale auguriamo ovviamente di fare bene.