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Valerio Saitta

Tre anni di guerra in Ucraina: come vedono il conflitto oggi i giovani.

2025-02-26 06:00

Valerio Saitta

Apertura, attualità,

Tre anni di guerra in Ucraina: come vedono il conflitto oggi i giovani.

Era il 24 Febbraio 2022 quando milioni di ragazzi entravano a scuola con un senso di paura e incredulità. Eh si, perché per molti under 20, che non ha

Era il 24 Febbraio 2022 quando milioni di ragazzi entravano a scuola con un senso di paura e incredulità. Eh si, perché per molti under 20, che non hanno vissuto in prima persona l’11 Settembre 2001, l’invasione della Russia in Ucraina ha rappresentato forse il primo “tragico evento” da ricordare nella propria vita. Forse più della pandemia…

La reazione alla notizia di questa guerra terribile e improvvisa così vicina a noi appare per questi ragazzi come un evento sconvolgente e incomprensibile, che scatena in loro forti emozioni e grande empatia per chi è coinvolto. Dopo pochi giorni dall’inizio dell’invasione infatti molti di essi hanno affermato che la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, non se l’aspettavano e non avevano nemmeno sentore di contrasti tra queste due nazioni.

In diverse scuole d’Italia in questi giorni si è riparlato dell’argomento, ora che forse per la prima volta dopo tre anni, si aprono degli scenari concreti per una pace.
Gli insegnanti (quelli d’italiano in particolare) hanno scelto di inserire questa traccia come opzione nei temi, altri hanno preferito effettuare una discussione orale con la classe per capire cosa ne pensano i ragazzi dopo tre anni di guerra e se dopo tutto questo tempo i sentimenti sono ancora vivi e forti o si sono affievoliti.

Quello che è emerso è che nei giovani delle scuole secondarie di primo e secondo grado l’argomento suscita ancora interesse e c’è voglia di parlarne. Certo, più si è avanti con l’età più si ha consapevolezza di quanto sta succedendo e di come si è evoluto il conflitto dal primo giorno ad ora, ma anche nei più piccoli emerge una buona conoscenza delle vicende principali e trovano utile riflettere in generale sulle questioni drammatiche del mondo.

Quello che però non molti hanno capito, sia nelle scuole medie che nelle superiori, è sicuramente la motivazione (ammesso che ci sia una logica motivazione reale per questa guerra). Se c’è qualcuno che si esprime semplicemente dicendo che “Putin è pazzo e un criminale”, molti hanno dichiarato che il movente è da ricercare in una politica di espansione territoriale e di appropriamento delle risorse. Pochi sembrano dare considerazione alla più probabile motivazione, ovvero il possibile ingresso alla Nato dell’Ucraina, pochissimi ancora pensano che il motivo sia da collegare ad un’antipatia reciproca tra i due popoli o i loro leader politici. Quasi nessuno ha messo tra i motivi quello che nei primi giorni aveva dichiarato Putin, ovvero la “demilitarizzazione”, la “denazificazione” dell'Ucraina e la “liberazione del Donbass”.

Sotto l’aspetto puramente etico la condanna dell’invasione è quasi unanime da parte di tutti gli studenti. Dai loro temi traspare che nessuno giustifica in generale la violenza e la guerra. In alcuni la distruzione di opere straordinarie e la devastazione del paesaggio si accompagnano a una profonda commozione per il destino dei più vulnerabili, degli anziani, delle donne e di giovani come loro che non possono condurre una vita normale perché spaventati dalle bombe e con la continua sensazione di essere appesi tra la vita e la morte. La percezione generale è quella dell’identificazione di un cattivo, Putin, e di una nazione più piccola e più debole che si deve difendere da una brutale aggressione. Molti si dichiarano fortunati a vivere in Italia e propongono anche di ospitare un ragazzo ucraino nella loro casa, segno di grande solidarietà e sensibilità.

Sul sito “giovanireporter” vengono riportati i sondaggi emersi da alcune domande fatte agli studenti all’inizio del conflitto. Si scopre che tre anni fa la paura di un’escalation e di una terza guerra mondiale era più concreta rispetto ad adesso. Rimane invariata invece la percentuale di coloro che ritengono che la Russia abbia abbastanza possibilità di uscire vincitrice dal conflitto. 
Se viene chiesto se l’Ucraina faccia bene a combattere o dovrebbe arrendersi, più della metà afferma che fa bene a continuare la resistenza.
Nei più grandi è stata fatta anche una precisa domanda: tu andresti a combattere in Ucraina accanto agli aggrediti? 
La sorpresa è che 1 ragazzo su 10 ha dichiarato che andrebbe a combattere. Il resto ha affermato che non si arruolerebbe, ma che giudica positivamente chi lo fa e sarebbe persino favorevole ad un intervento militare italiano, a differenza del Governo che finora ha sempre escluso questa possibilità.

Altra domanda posta è che cosa si potrebbe fare per arrivare alla pace.
A tal proposito molti ragazzi dichiarano di aver seguito recentemente anche le notizie riguardanti un possibile cessate il fuoco alla televisione, di conseguenza all’elezione di Trump e al suo avvicinamento a Putin. Sebbene il Presidente USA non sia molto amato dai giovani e non tutti si fidano di lui, una buona percentuale riconosce che il suo intervento possa essere decisivo per portare alla fine delle ostilità.
In pratica il “negoziato” è la via da seguire più probabile per i ragazzi. Alcuni però hanno dichiarato che una pace così non sarebbe giusta e che l'Ucraina deve continuare a combattere fino alla resa russa. Una piccola percentuale non si espressa o non crede che possa esserci una fine delle ostilità nel breve periodo.

Un’altra parte del sondaggio si è concentrata sulle modalità e la frequenza con cui i giovani si aggiornano sulla guerra in Ucraina. È emerso che la maggior parte dei ragazzi si è informato con molta assiduità nei primi mesi tramite social e televisione e che questi siano i mass media principali con cui si informano anche attualmente.