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Quando la tecnologia "stupra" il corpo della donna. Il caso DeepNude

2019-07-10 05:00

Alessandra Di Marco

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Quando la tecnologia "stupra" il corpo della donna. Il caso DeepNude

È cosa certa che l'Intelligenza Artificiale ha fatto passi da gigante nel mondo della scienza, della tecnologia e ha sicuramente cambiato le nostre v

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È cosa certa che l'Intelligenza Artificiale ha fatto passi da gigante nel mondo della scienza, della tecnologia e ha sicuramente cambiato le nostre vite, spesso anche in meglio. Ha trasformato aspetti della nostra vita, rendendola più smart e veloce.


Ma cosa succede quando si supera il limite del pudore e della decenza? Stiamo parlando dell'app DeepNude. Questa applicazione, rimasta in vita solo quattro giorni, è stata fortunatamente e prontamente eliminata dalle app store degli smartphone.


Il funzionamente era molto semplice: ogni utente poteva caricare una foto di una persona vestita e, tramite l'IA, il sistema la riproponeva totalmente nuda. Vergognoso ammettere che potevano essere ricreati solo deepnude di donne, e non di uomini, e altrettanto vergognoso scoprire che è stata super scaricata. 


L'app ha scatenato tantissime polemiche in tutto il mondo poichè ognuno era libero di "spogliare" una donna SENZA il consenso di quest'ultima. Anche se erano nudi fake, in cui si cercava di ricreare le nudità femminili, la violazione della privacy c'era, eccome!


A loro "discolpa", gli autori dell'applicazione, hanno dichiarato sulla propria pagina Twitter che non avrebbero mai immaginato che l’applicazione sarebbe diventata virale e di non riuscire a controllare il traffico. Affermano anche di avere creato l'app per divertire gli utenti.


Sinceramente, non ci trovo nulla di divertente e sensato nel creare un'applicazione del genere. Dalle dure critiche, la decisione di eliminare l'app e chiudere il sito perchè, citando testuali parole, "il rischio di abusi è troppo alto, non vogliamo fare soldi in questa maniera". Per maniera, direi, sporca e priva di rispetto; infatti quando parlano di rischi, è ovvio il riferimento al revenge porn, cioè la diffusione su Internet di immagini intime senza il consenso delle vittime.


I fautori dell'app sono tutt'ora ignoti. Forse, hanno messo la testa sotto la sabbia per lo schifo che avevano creato.