Mosca. Dicembre 2018. Una location da favola per la 24esima edizione del "Festival Internazionale del Teatro Francofono". Questo meraviglioso festival dà la possibilità ad ogni liceo partecipante di imparare ad esprimere le proprie capacità comunicative nel teatro, migliorando la lingua francese. Di certo, noi ragazzi abbiamo l'occasione di fare nuove conoscenze con migliaia di studenti provenienti da tante parti del mondo.Tuttavia, al festival, partecipano scuole provenienti da paesi come la Francia, l'Italia, la Bulgaria e molte altre. Due i licei catanesi chiamati a rappresentare l'Italia: il Convitto Nazionale Mario Cutelli e il Galileo Galilei. Questi ultimi hanno presentato al festival due spettacoli affascinanti: "Le bourgeois gentilhomme"di J.B. Molière e "Les pas perdus" di D. Bonnal. Entrambe le compagnie teatrali avevano già avuto esperienza di teatro francofono, avendo partecipato al medesimo festival tenutosi a Catania durante l’a.s. 2017/18. Gli studenti hanno svolto le prove durante le ore scolastiche ed extracurriculari, facendo sì che si creasse un clima di grande apprendimento e condivisione. Gli allievi sono stati, come sempre, seguiti e coadiuvati dai professori di riferimento: Erick Barbà, Maria Concetta Tripoli, Antonella Nicosia ( Istituto Galileo Galilei), Julie Reache, Sandra Di Maria (Convitto Cutelli). Ritengo che questo tipo di eventi rappresenti ottime occasioni per relazionarsi con altre culture e altre tradizioni, attraverso l'obiettivo di fare teatro. Durante quest’edizione del festival sono stati affrontati anche temi importanti , che hanno fatto riflettere circa la storia e la società contemporanea. Ad esempio, i principali temi affrontati nell’opera portata in scena dagli allievi del Convitto Cutelli, sono la diversità ed i possibili stereotipi presenti nella nostra società. L’autore ha sintetizzato magistralmente il tutto nei personaggi che affollano una stazione ferroviaria. Tuttavia, le attività svolte non consistevano solamente nel presentare i propri spettacoli. I professori e gli educatori, che si occupavano di organizzare il tutto, sono riusciti a creare delle attività chiamate "atelier", collaborando con gli studenti. Gli "atelier", ovvero i laboratori che i vari gruppi di ragazzi hanno presentato, consistevano in delle danze, dei canti o dei piccoli spettacoli di intrattenimento. Sono occasioni come questa che riescono a motivarci ad accrescere le nostre competenze linguistiche e lessicali e ad ampliare il nostro bagaglio culturale.