In una terra come la Sicilia, raccontare storie di successo ed innovazione è sempre difficile: vi è spesso un generale lassismo, un abbandono a sé stessi, un atavico fatalismo che trascina quotidianamente migliaia di giovani in un angolo, chiudendo le loro aspettative e il loro naturale slancio verso il futuro senza peraltro nemmeno tentare. Vi sono però delle storie di successo che vi racconteremo da oggi e nelle prossime settimane per ricordare - agli altri ed a noi stessi - che si può fare impresa in Sicilia e che le eccellenze esistono. Un’azienda che merita di essere citata come apripista per tante startup (ma non solo) siciliane è sicuramente Beentouch, app di videocomunicazione realizzata appositamente per i mercati dei Paesi emergenti che permette appunto la comunicazione anche in situazioni critiche e con scarsa copertura. In poche parole, Beentouch permette di videochiamare in tutti quei Paesi che, a causa di esigue possibilità economiche, non hanno accesso a servizi adeguati che permettano loro di utilizzare reti ad alta velocità, come accade ormai in quasi tutto il mondo. A raccontarcene la storia, presentandoci le innovazioni, è proprio il “papà” di Beentouch, Danilo Mirabile, appena pochi giorni dopo il lancio della versione 2.0 dell’applicazione, che è già in vetta alla piramide delle tante applicazioni per videocomunicare. “Le innovazioni su cui poggia Beentouch - ci spiega - sono in realtà riconducibili a due ambiti: il principale è indubbiamente quello tecnologico, composto da algoritmi pubblici e proprietari che permettono all’applicazione di fare il proprio lavoro. L’altro, non meno importante, riguarda il design e il mercato a cui ci rivolgiamo: si tratta infatti di uno strumento ottimale per tutte le cosiddette mobile only e mobile first economies (le economie che hanno ‘saltato’ l’era dei PC passando direttamente a quella degli smartphone - nel primo caso - o che poggiano prevalentemente su di essi nel secondo caso, ndr)”. Il primo e principale mercato estero coperto da Beentouch è quello dell’Africa Subsahariana, che ne sugella nel 2015 il lancio mondiale con una particolare attenzione al Ghana, ma la nascita vera e propria risale già al 2014 quando con Emanuele Accardo, Alberto Longo e Federica Munzone nasce ufficialmente l’azienda che aiuterà le aree più difficili del mondo a “parlarsi”. Letteralmente. [gallery columns="2" ids="2670,2669,2671,2672"] “Nonostante fino ad allora il progetto fosse basato solo su analisi e supposizioni, il lancio del dicembre 2015 ha validato l’idea e ci ha lasciati positivamente stupiti - racconta Mirabile - portandoci ad oltre 150mila utenti organici, con il solo passaparola”. Ma anche le storie di successo hanno preso qualche pietra in testa. Una di quelle ‘prese’ da Beentouch e che tiene a raccontarci è stata quella di una pubblicità realizzata nel 2017 sui canali Mediaset che si è ritorta loro contro in termini di visibilità. “Avevamo realizzato uno spot senza pensare adeguatamente al target che volevamo e ci ha messo sotto i riflettori sbagliati. Moltissimi italiani sono andati sullo Store a commentare negativamente senza aver nemmeno scaricato l’applicazione perché a detta loro ‘Startup così giovani non devono finire in televisione’.” Pietra subito rispedita al mittente quando, appena un anno dopo, viene ufficializzata un’importante collaborazione con Huawei - partner naturale nei mercati in via di sviluppo - che introduce Beentouch nell’AppGallery, store ufficiale del colosso cinese, dopo aver approntato lunghe verifiche e test alla stessa. Il prossimo passo è l’imminente lancio in Nigeria dell’app, che avverrà entro fine 2018 e per il quale non possiamo che fare il tifo!