
Entrati nell’ultimo mese di scuola, è ora per gli studenti di tirare le somme, tra chi deve svolgere le ultime interrogazioni e compiti in classe e chi si sta preparando per gli esami dell’ultimo anno. Se per quanto riguarda gli alunni delle scuole secondarie, la promozione non è certo scontata, allo stesso modo non si può dire degli alunni di scuola primaria. Essere bocciati per loro è quasi impossibile. Alle medie, invece, lo scenario si fa quantomeno più realistico, anche se abbastanza raro, almeno in certi contesti.
A rivelarlo è un’analisi del portale Skuola.net che ha osservato l’ultimo report disponibile del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli “Esiti dell’esame di Stato e degli scrutini nella scuola di I grado”. La ricerca ci dice che dopo l’emergenza covid, che nell’anno scolastico 2019-20 ha portato a un record di promossi nelle medie pari al 99,6%, grazie a una sorta di “salvataggio” delle insufficienze, la situazione attuale si presenta più complessa.
Nel I ciclo d’istruzione, infatti, non è prevista la sospensione del giudizio con il recupero delle materie a settembre - i cosiddetti debiti - e, anche in caso di insufficienza in una o più discipline, l’alunno può essere ammesso all’anno successivo con delibera a maggioranza del Consiglio di classe.
Però, come recita la normativa, la parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline può comportare la non ammissione alla classe successiva. Il rendimento nelle materie è solo una parte della valutazione.
Allo stesso modo, altri due “vincoli” da rispettare per ottenere la promozione sono la frequenza obbligatoria di almeno due terzi del monte orario minimo previsto e, vista anche la recente stretta voluta dal MIM, una condotta consona all’ambiente scolastico: con meno di sei decimi in “comportamento” il Consiglio di classe può disporre la bocciatura dell’alunno, anche in caso di una valutazione sufficiente nelle materie curricolari.
Tutto questo ha portato nell’anno scolastico 2022-23 a registrare nelle scuole medie - tra prima e seconda classe - un tasso di ammissione alla classe successiva pari al 98,5%. Ciò vuol dire che l’1,5% ha fallito nella missione. Tradotto in numeri assoluti, stiamo parlando di ben oltre i 10mila alunni. A questi si è aggiunto, poi, uno 0,4% (circa 4mila studenti) che, a causa delle troppe assenze, non ha raggiunto la validità dell’anno scolastico, venendo dunque bocciato in sede di scrutinio.
Nel corso del primo biennio, si osserva una tendenza a una maggiore differenza tra i due anni iniziali, a discapito della classe di partenza: anche nell’anno scolastico 2022-23, lo 1,7% degli studenti non ha superato con successo il primo anno tra i ragazzi delle medie, rispetto all’1,4% dei studenti del secondo anno.
Una lettura più approfondita viene offerta dalle diverse variabili che contribuiscono a delineare il profilo degli alunni più vulnerabili. Tra gli altri elementi che risultano determinanti in ottica di promozione, anche l’integrazione svolge un ruolo importante. Infatti, le principali disparità si evidenziano proprio in relazione alle origini degli studenti. Per coloro con cittadinanza non italiana, il tasso di ammissione si attesta al 95%, rispetto al 99% dei coetanei con cittadinanza italiana.
A determinare la reale differenza, tuttavia, è principalmente il luogo di provenienza, con gli studenti nati all’estero che incontrano maggiori difficoltà rispetto ai loro coetanei nati in Italia. In particolare, al primo anno, gli ostacoli sono più marcati: il 5,5% degli studenti stranieri non conclude con successo l’anno scolastico, una percentuale che si riduce al secondo anno, ma rimane comunque significativa, con una differenza di quattro punti percentuali.
Infine, si notano, anche se in misura ridotta, variazioni territoriali. Da un lato, le regioni del Sud Italia mostrano tassi di ammissione molto elevati, superiori al 99%, come nel caso del Molise (99,5%) e della Basilicata (99,2%), dall’altro, le regioni del Nord presentano valori leggermente inferiori alla media nazionale.
Per esempio, il Piemonte, con un tasso di ammissione del 97,7%, e la Valle d’Aosta, con il 97,4%, sono le regioni con i numeri più bassi, anche se la differenza rispetto al Sud non è estremamente marcata.
Partendo dal genere, emerge come le ragazze siano significativamente più “performanti” rispetto ai coetanei maschi: al termine del primo anno, le giovani studentesse hanno un tasso di passaggio alla classe successiva del 98,8%, mentre i ragazzi si attestano al 97,9.