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Heysel: le trentanove vittime di una finale di sangue

2020-05-29 10:30

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Apertura, News&Politics, Oggi come ieri, 39 vittime, calcio, coppa dei campioni, finale, heysel, morti,

Heysel: le trentanove vittime di una finale di sangue

Era il 29 Maggio 1985 e doveva essere un giorno di festa. Era il 29 Maggio 1985 e quella sera, allo stadio Heysel di Bruxelles, si sarebbe dovuta disp

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Era il 29 Maggio 1985 e doveva essere un giorno di festa. Era il 29 Maggio 1985 e quella sera, allo stadio Heysel di Bruxelles, si sarebbe dovuta disputare la finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus. Era il 29 Maggio 1985 e quella sera 39 persone non ritornarono a casa.Sono circa le 19:00 di un mercoledì e a Bruxelles i tifosi di Liverpool e Juventus stanno prendendo posto tra gli spalti. Ai gruppi di tifo organizzato sono state assegnate le due curve opposte dello stadio: i sostenitori dei Reds, ai quali si sono uniti i tifosi del Chelsea, i cosidetti Headhunters, occupano i settori X ed Y dello stadio. I sostenitori dei Bianconeri, invece, occupano i settori M, N ed O. Alcuni tifosi juventini, non facenti parte dei gruppi organizzati, hanno però trovato collocazione nel settore Z della struttura, che viene riempito da un gruppo più eterogeneo di tifosi. Sono le 19:20 e qualcosa sugli spalti sembra muoversi. Gli Hooligans inglesi hanno sfondato le barriere divisorie che dividono i due settori: vogliono lo scontro, proprio come accaduto un anno prima con i sostenitori della Roma. Scoppia il caos e i tifosi occupanti del settore Z entrano nel panico. Nella ressa la folla si accalca contro la recinzione di sicurezza, sfondandola. Migliaia di corpi cadono uno sull'altro, molti rimangono feriti e altri, peggio, periscono. Le forze dell'ordine non riescono a domare gli scontri e la situazione si fa sempre più drammatica.

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Nel frattempo, in Italia, Rai 2 trasmette uno schermo oscurato e a raccontare ciò che sta avvenendo nella notte belga sono le voci sconvolte di Bruno Pizzul e Gianfranco De Laurentis. Lo storico commentatore italiano è allibito di fronte a quanto sta accadendo e ribadisce più volte il bisogno morale e tecnico di rinviare il match che, suo malgrado, si trova a raccontare.Torniamo a Bruxelles dove orde di tifosi si sono riversate sul terreno di gioco. Cabrini e altri giocatori della squadra torinese parlano con i sopravvissuti, tentando di rassicurarli. Intanto, ai piani alti, si cerca di capire quale sia il modo migliore di agire. Sono circa le 21:30 quando allo stadio Heysel arriva il verdetto. Tra lo sconcerto, tra il sangue, tra i cadaveri la partita si giocherà.

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Sui teleschermi degli italiani Pizzul e De Laurentis continuano a dar voce alla tragedia. Il telecronista friulano è costernato e più volte ribadisce la propria avversione verso la decisione presa dall'organo di sicurezza belga. Ma poco importa ciò che crede il povero Pizzul, alle 21:40 viene battuto il calcio d'inizio. Distaccandosi dal proprio stile consueto, Pizzul commenterà il match con un tono monotono e serio.Sul campo il match finirà 1-0 in favore della squadra piemontese, grazie al gol di Michel Platini su calcio di rigore dubbio. Dopo il match nessuno sembra ricordarsi di quanto accaduto tre ore e mezza prima, dei morti, degli scontri e i giocatori festeggiano con i propri tifosi come se nulla fosse successo. 

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A distanza di anni arrivarono le scuse dei calciatori bianconeri per quei festeggiamenti troppo esagerati alla luce della tragedia consumatasi ma quel che è certo è che nessuna richiesta di perdono, nessuna targa alla memoria e nessun omaggio riporteranno indietro le 39 vittime dell'Heysel andate lì per vivere una serata di festa e piegate dall'eterna macchia della violenza.

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