Iris è una canzone d'altri tempi. Ascoltandola si ha la stessa sensazione che si prova rivedendo alcuni estratti di vecchie partite di serie A. Tutto sembra più vero, più genuino, più autentico. D'altronde siamo nel '98, il periodo di Ronaldo all'Inter, della Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno, di Maldini capitano della Nazionale. Ancora nel secolo scorso, non eravamo del tutto pronti per cedere definitivamente al mondo dell'apparenza del nuovo millennio. In questo contesto i Goo Goo Dolls creano un piccolo grande capolavoro. Una canzone che sa colpire dritto al cuore, che non ha bisogno di tanti "fronzoli" o di un video psichedelico per rimanere impressa nella mente. Probabilmente è un brano che conosciamo tutti, un ritmo che sappiamo di aver sentito almeno una volta, ma al quale non riusciamo a dare un nome. Ecco, oggi gli rendiamo giustizia: il nome di questa canzone è Iris, e parla della paura che si prova quando si percepisce la certezza di perdere qualcuno a noi caro. Tutto a questo mondo è destinato a finire, ma anche se si possiede questa consapevolezza fin dalla nascita, accettarlo è la cosa più difficile del mondo. Quando nella quotidianità si fa spazio la certezza che prima o poi si è destinati in un modo o nell'altro a "lasciarsi", si riceve uno schiaffo fortissimo, che ci riporta alla realtà. Ci si può arrabbiare o deprimere, disperare o sperare; ma non serve a nulla. Prima o poi bisognerà accettarlo. Quando tutto "è progettato per finire", l'unica cosa che resta da fare è cercare di godersi al massimo ogni momento che si ha a disposizione.