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Valerio Saitta

Classi pollaio: in Sicilia sono solo l’1,36%, ma la vera svolta sarebbe la didattica immersiva.

2025-03-29 05:00

Valerio Saitta

Apertura, Scuola,

Classi pollaio: in Sicilia sono solo l’1,36%, ma la vera svolta sarebbe la didattica immersiva.

Quante classi pollaio ci sono in Italia?Stando alle informazioni fornite dal Ministero, queste rappresentano l'1,96% del totale, che per l'anno scolas

Quante classi pollaio ci sono in Italia?
Stando alle informazioni fornite dal Ministero, queste rappresentano l'1,96% del totale, che per l'anno scolastico 2025/26 ammonta a 317.668 classi sparse in tutto il territorio nazionale, coprendo ogni ordine e grado di istruzione. Un numero non eccessivamente preoccupante, ma che comunque merita un approfondimento e alcune riflessioni.
Ma andiamo con ordine… prima di tutto: cos’è una classe pollaio? Secondo l’enciclopedia si intende un’aula che contiene un numero di studenti eccessivo
Ma qual è il numero considerato eccessivo? Si considera "oltre il limite" per la scuola primaria le classi con 28 o più alunni, 29 o più per la scuola secondaria di primo grado e 28 o più per la scuola secondaria di secondo grado.
E questo anche se l’aula è grande abbastanza per contenerli tutti. E si, perché se anche ci trovassimo in un’aula di 100 metri quadrati, per un docente gestire più di 25 alunni al suo interno sarebbe comunque molto difficile. Non contano le dimensioni quindi, ma il numero degli studenti. Meno studenti gestisce un insegnante, maggiore è l’attenzione che egli si può dedicare ad essi.

Analizzando la situazione regione per regione secondo i dati rielaborati dal Centro studi di Orizzonte Scuola, tra le tre Regioni con il maggior numero di classi pollaio, troviamo al primo posto l'Emilia Romagna (3,26%), poi il Veneto (2,89%) e la Liguria (2,56%). Al contrario, le tre Regioni con le percentuali più basse sono la Sardegna (0,11%), la Basilicata (0,29%) e il Friuli Venezia Giulia (0,57%).
La notizia è che la Sicilia non figura tra le peggiori. Le classi pollaio sono infatti 406 su un totale di 29.833, in pratica quasi una classe e mezzo ogni cento (l’1,36%). Superiori ad essa per numero di classi ci sono infatti soltanto il Lazio (di poco sopra con 29.934), la Campania (36.274) e la Lombardia che primeggia con 48.880 classi in totale. Da notare che il numero di classi in Sicilia è sopra la media nazionale, quindi c’è ampia possibilità di distribuire meglio gli alunni, che sono sempre di meno. 

Che le classi pollaio in Sicilia sarebbero drasticamente diminuite quest’anno non è in fondo una sorpresa. A Settembre infatti si registravano in tutta la regione 9.577 alunni in meno rispetto all’anno scolastico 2023/2024 (-1,4%) e a tal proposito Giuseppe Perro, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, aveva fatto notare che uno degli effetti positivi sarebbe stato proprio il fatto che non ci sarebbe stato quest’anno un sovraffollamento nelle aule.

Avere poche classi pollaio è sicuramente un dato importante, ma per avere una scuola di qualità non è tutto… le aule infatti anche se hanno pochi studenti non sono sempre adeguate per sopperire alle esigenze dei ragazzi. Facendo un giro per le scuole catanesi notiamo infatti che i banchi sono ancora disposti per la maggior parte ancora a “lisca di pesce”, non permettendo agli alunni e agli insegnanti di muoversi molto. Ciò porta dunque ad attuare la classica lezione frontale, considerata ormai superata, con un docente che spiega la lezione e gli alunni che ascoltano.

Negli scorsi mesi la Regione Siciliana aveva annunciato un investimento di 5 milioni di euro per promuovere la didattica immersiva nelle scuole del primo ciclo, stanziando fondi destinati a istituti comprensivi, direzioni didattiche e scuole medie dell’isola che dispongono di locali idonei per aule immersive. Questo progetto mira a implementare spazi educativi innovativi che utilizzano la realtà aumentata e virtuale. Ecco, questo secondo noi sarebbe davvero il passo che potrebbe fare la differenza nell’apprendimento degli alunni e potrebbe portare davvero ad un nuovo modo di fare scuola. Al momento ciò che fanno i Dirigenti scolastici è adattare gli alunni alle aule, cioè fare i calcoli e distribuire gli alunni in modo da non creare affollamento.
Ma la vera rivoluzione sarebbe il contrario, cioè adattare le aule agli alunni, trasformandole in luoghi dove si ci può muovere, si può creare e si può sperimentare.