Martedì 4 Marzo 2025 si è celebrato il World Obesity Day, ovvero la Giornata Mondiale dell’Obesità, istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation e che coinvolge organizzazioni, associazioni e singoli individui, con l’ambizioso scopo di affrontare la crisi globale dell’obesità.
L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni, promuovendo la prevenzione dell’obesità e contrastando le discriminazioni, i pregiudizi e l’uso di un linguaggio stereotipato e stigmatizzante nei confronti delle persone affette da obesità.
Il tema della campagna di quest’anno è “Parliamo di obesità e…”, con l’intento di utilizzare il potere di questa giornata per avviare conversazioni su tematiche trasversali. Si invita a considerare la salute, i giovani e il contesto che ci circonda per capire come possiamo affrontare insieme il problema dell’obesità. In occasione di questa giornata, è importante condividere conoscenze, sostenersi a vicenda e osservare l’obesità da una nuova angolazione.
Ma quanto è diffuso il problema dell’obesità nelle nuove e nelle vecchie generazioni?
Secondo le ricerche, a livello globale, entro 10 anni le persone obese nel mondo saranno quasi 2 miliardi e si stima che l’obesità infantile sarà anche in aumento.
In Italia i dati più recenti sono quelli dell’Istat e del Sistema di Sorveglianza OKkio alla Salute e si riferiscono entrambi al 2023. Entrambi gli studi sono concordi nel sottolineare che ci sia stato un aumento considerevole dei bambini sovrappeso negli ultimi anni.
Per quanto riguarda la nostra Regione, la percentuale dei bimbi e ragazzi in sovrappeso di età compresa tra i 3 e i 17 anni è del 30%.
Un dato che supera la media italiana (26,3%). L’isola sarebbe una delle regioni più a rischio con 800.000 obesi e 2,3 milioni di casi in sovrappeso, complessivamente il 47% della popolazione residente.
Quali possono essere le cause? la diffusione dell’obesità nella regione può essere influenzata sia da fattori genetici e culturali, ma anche da stili di vita sedentari e da un’alimentazione inadeguata. Secondo l’ISTAT, circa il 60% dei bambini sopra i tre anni non pratica ad esempio attività fisica regolarmente.
Si evidenzia in questo senso un forte divario territoriale: la maggiore partecipazione all’attività sportiva si registra al Nord (41,6%), seguita dal Centro (36,7%) e infine dal Mezzogiorno (24%). Le regioni con i tassi più bassi sono Campania (20,8%), Calabria (22,5%), Sicilia (23,2%), Molise (23,6%) e Basilicata (24,7%).
Questa situazione ha inevitabilmente delle conseguenze dirette sulla salute.
I dati epidemiologici relativi alla Sicilia evidenziano anche un progressivo aumento della prevalenza di malattie croniche non trasmissibili direttamente legata ai cosiddetti fattori di rischio modificabili, ossia scorretta alimentazione, inattività fisica, fumo, abuso di alcool.
Tutto ricade sul Sistema Sanitario poiché sono aumentate le ospedalizzazioni le prestazioni ambulatoriali destinate all’assistenza di tali patologie, con il conseguente aggravio della spesa a carico del SSR.
Con quasi 340.000 persone affette, il diabete sta diventando una condizione sempre più diffusa in Sicilia, con una prevalenza quasi raddoppiata negli ultimi vent’anni. Oggi, circa il 7% della popolazione siciliana vive con questa malattia, e tra le persone oltre i 65 anni, una su quattro ne è colpita. Si tratta di un’emergenza in costante crescita, che richiede risorse significative: i costi per l’assistenza diabetologica rappresentano ormai circa il 10% della spesa sanitaria pubblica, una quota che rischia di diventare insostenibile se non si frena la diffusione della malattia.
Cosa fare per limitare il problema?
Per cercare di ridurre la diffusione di obesità e diabete, la Regione Siciliana ha adottato nel 2013 il Piano Nazionale per la Malattia Diabetica (PND), successivamente attuato con il Decreto 1112/2013. Questo piano ha previsto misure di prevenzione, diagnosi precoce e gestione delle complicanze, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti e prevenire le conseguenze più gravi del diabete.
A livello regionale, sono stati istituiti Centri per la diabetologia pediatrica e una Commissione per il diabete in età evolutiva, con l’intento di garantire cure specializzate e un adeguato monitoraggio della malattia sin dalla giovane età.
Tuttavia, la situazione in Sicilia richiede uno sforzo collettivo e un cambiamento culturale per affrontare questa emergenza.
Sicuramente promuovere l’attività fisica e una corretta alimentazione sin dall’infanzia è fondamentale per prevenire l’obesità e le malattie croniche associate. Solo attraverso un’azione coordinata che coinvolga istituzioni, famiglie, scuole e operatori sanitari sarà possibile affrontare efficacemente queste problematiche e migliorare la salute della popolazione siciliana, riducendo l’incidenza di obesità e diabete per le future generazioni.