Testata registrata al tribunale di Catania

info@sudlife.it   |   Tel: +39 339 7008876

logo-sudlife

ISCRIVITI AI NOSTRI CANALI:

 

redazione@sudlife.it
direttore@sudlife.it
editore@sudpress.it
tel: +39 339 7008876 (solo messaggi wapp)

SudLIFE:

 

Edito da: Sudpress S.r.l. C.da Giancata s.n., Zona Industriale – 95128 Catania

logo-sudlife

Direttore Responsabile

Elisa Petrillo

Direttore editoriale

Pierluigi Di Rosa

Oggi tanti eventi contro la Mafia, ma la maggior parte dei giovani pensa che essa non si possa sconfiggere.Giornata Mondiale delle Università: La Sapienza e l’Università di Bologna le prime in Italia per iscritti e laureati. Nona Palermo.Festa del papà: è ancora una figura di riferimento per i giovani?Hikikomori: l’isolamento silenzioso che affligge sempre più giovani.Micropensionamento: ecco cos’è il nuovo stile di vita che piace tanto alla GenZ.Giovani italiani i più sedentari d’Europa. Del Ministro dello Sport parte la proposta per il potenziamento dell’educazione fisica nelle scuole.

Coordinatore di Redazione

Valerio Saitta

Vacanze prolungate a Natale a Pasqua e scuola in estate: ecco il modello “Nord Europa” proposto dall’Emi

2025-02-24 06:00

Valerio Saitta

Apertura, Scuola,

Vacanze prolungate a Natale a Pasqua e scuola in estate: ecco il modello “Nord Europa” proposto dall’Emilia Romagna. È veramente così utile?

Una lunga pausa tra Natale e Pasqua e prolungamento delle lezioni scolastiche da Giugno a Settembre… in pratica scuola in estate! È questa la proposta

Una lunga pausa tra Natale e Pasqua e prolungamento delle lezioni scolastiche da Giugno a Settembre… in pratica scuola in estate
È questa la proposta di Isabella Conti, neo-assessora alla scuola, welfare, terzo settore e politiche per l’infanzia dell’Emilia Romagna. 
Un modello stile “Nord Europa” che dà una modifica significativa al calendario scolastico e che sta facendo discutere molto in questi giorni.

La Regione vuole puntare inoltre sulle “Scuole aperte”, il progetto per aprire le scuole al pomeriggio per aiutare i bambini a fare i compiti e attività sportiva. 

La questione della lunghezza delle vacanze estive scolastiche è largamente dibattuta in Italia. Se da un lato ci sono molti genitori che ritengono che i giorni di vacanza siano troppi, dall’altro ci sono le difficoltà oggettive per fare scuola nei mesi più caldi. Prima di tutto c’è il problema dell’inadeguatezza molti istituti, che soprattutto al Sud non dispongono di condizionatori.
Il secondo problema sta nella riorganizzazione stessa dell’anno scolastico: all’ultimo anno infatti la scelta della scuola successiva va fatta a Gennaio. Come si potrebbe fare una simile scelta in questo mese se fino in estate ancora si è alle prese con voti ed interrogazioni, e possibilmente non si è certi ancora della promozione o meno di un alunno?
E poi ci sarebbe da riorganizzare gli esami di maturità, che a questo punto slitterebbero a settembre, con la coincidenza con l’inizio del nuovo anno scolastico.
Poi c’è il discorso contratto insegnanti, che andrebbe rivisto. E sappiamo che in Italia una contrattazione sindacale è lunga e piena di continui tira e molla tra le parti. 
Infine, non ultimo per importanza, il discorso economico: molte famiglie approfittano dei periodi estivi per viaggiare. Una riduzione delle vacanze scolastiche causerebbe un calo della domanda turistica, con conseguenze dirette su occupazione e redditività economica del settore.

Chi è favorevole al prolungamento delle lezioni in estate mette in primo piano come motivazione il fenomeno del Summer Learning Loss (SLL). Questo termine indica il disapprendimento che avviene durante le pause estive prolungate, quando gli studenti perdono parte delle competenze acquisite durante l’anno scolastico. Studi accettati e condivisi anche dalle istituzioni italiane dimostrano che le interruzioni lunghe non portano solo benefici rigenerativi, ma possono avere anche effetti negativi sul rendimento scolastico. Gli studenti faticano a recuperare il ritmo di studio, con conseguenze significative sull’apprendimento, in particolare nelle materie scientifiche e linguistiche.

Da qui la recente proposta dell’assessora Conti, spinta anche dalle teorie di alcuni esperti che sostengono che l’Italia dovrebbe adottare un modello scolastico più flessibile, simile a quello del Regno Unito e della Germania, che prevede pause distribuite durante l'anno, evitando lunghi periodi di inattività concentrati a Natale e in estate. In questo modo, gli studenti avrebbero momenti di pausa più frequenti, senza però perdere il ritmo di studio acquisito.
Tuttavia, implementare un calendario scolastico più equilibrato nel contesto italiano presenta sfide significative, legate a problemi strutturali, logistici e organizzativi, suscitando un acceso dibattito tra docenti e famiglie, spesso con opinioni contrastanti. Gli insegnanti sostengono che le pause siano fondamentali per permettere agli studenti di ricaricare le energie e migliorare le loro performance, mentre molte famiglie considerano le interruzioni eccessive e auspicano una riduzione.

Le vacanze più attese dagli studenti, oltre a quelle natalizie e pasquali, sono senza dubbio quelle estive, che in Italia si caratterizzano storicamente per la loro lunghezza rispetto agli altri Paesi europei. 

Ma è vero che l'anno scolastico italiano è il più lungo d'Europa?
Secondo i dati forniti da Eurydice, una rete di informazione sull’istruzione finanziata dalla Commissione europea, l'Italia si colloca tra i Paesi con il maggior numero di settimane di vacanze estive, con un periodo di riposo di tre mesi, simile a quello di Albania e Lettonia. Nel corso dell’anno scolastico 2024/2025, gli studenti avranno a disposizione ben 14 settimane di vacanza. Anche in Bulgaria e in Islanda si registrano periodi simili, rispettivamente tra 13 e 15 settimane e 13 settimane.

Tuttavia, il sistema scolastico italiano si distingue per il suo elevato numero complessivo di ore di lezione: 36 ore settimanali, che possono arrivare fino a 40 nel caso del "tempo prolungato". Questo rende l'istruzione italiana tra le più intensive d'Europa.
Esaminando il report "The organisation of school time in Europe", che confronta 37 Stati, tra i Paesi con meno vacanze estive troviamo la Germania, i Paesi Bassi e il Liechtenstein, con poco più di 6 settimane, e la Danimarca con poco più di 5. La Francia prevede invece 8 settimane di ferie. Anche Irlanda, Grecia, Lettonia, Malta, Portogallo e Albania si attestano tra le 8 e le 12 settimane di vacanza.
La maggior parte dei Paesi europei inizia l'anno scolastico a settembre e lo conclude a giugno, con una pausa natalizia comune e interruzioni che variano a seconda delle festività nazionali e delle condizioni climatiche. In generale, la media europea è di circa 180 giorni di scuola. Nel Regno Unito, il calendario scolastico include tre principali pause: Natale, Pasqua e una chiusura estiva di circa sei settimane, con ulteriori pause intermedie, note come "half-term", di circa sette giorni ogni trimestre.

E all'estero? 
Negli Stati Uniti le vacanze sono divise in tre periodi: le vacanze primaverili, che durano una settimana generalmente tra marzo e aprile; quelle estive, di circa 70 giorni, distribuite tra maggio e settembre a seconda della programmazione e dello Stato; e le vacanze invernali, che coprono il periodo dal Natale al Capodanno. 
In Canada la pausa estiva dura circa 55 giorni, anche se variazioni climatiche e culturali influenzano il calendario a seconda delle città e delle regioni. Come negli Stati Uniti, sono previste le vacanze natalizie e il noto Spring Break, che coincide con la primavera. 
In Argentina le vacanze invernali si svolgono a luglio e durano circa 15 giorni, in risposta alle stagioni invertite dell’emisfero australe. Un modello simile è adottato anche in Brasile e Uruguay.
In Giappone le vacanze estive durano circa sei settimane, ma l'anno scolastico è organizzato in tre trimestri con pause brevi e frequenti, garantendo una continuità didattica efficace e riducendo il rischio di disapprendimento.
In Australia e Nuova Zelanda l’anno scolastico si conclude tra dicembre e gennaio, suddiviso in quattro periodi didattici con brevi pause durante l'anno. Qui, il clima e il ciclo agricolo influenzano l'organizzazione scolastica, specialmente nelle aree rurali. 

Un aspetto significativo che influisce sulle vacanze è senza dubbio l'economia locale e le tradizioni culturali. Nell'Europa meridionale, le lunghe ferie estive sostengono il settore turistico, offrendo alle famiglie l'opportunità di viaggiare e godere delle località balneari. In alcune regioni degli Stati Uniti e dell'India, il calendario scolastico si allinea ai cicli agricoli, consentendo agli studenti di essere liberi durante i periodi di raccolta, quando c'è maggiore richiesta di manodopera.

Noi di Sudpress ci poniamo comunque una questione: considerato che quest’anno da Natale a Pasqua ci sono circa 4 mesi, se questa proposta si fosse applicata già nell’anno scolastico corrente ci sarebbero stati più giorni di vacanza rispetto all’attuale calendario. Certamente un modello del genere non potrebbe implicare una chiusura così lunga. Potrebbe portare (ma siamo nel campo delle ipotesi) ad un prolungamento delle vacanze invernali di qualche giorno (magari fino a metà gennaio, per consentire a chi ama lo sci di andare più comodamente a divertirsi in settimana bianca) e ad un anticipo di quelle pasquali, con in mezzo una-due settimane di vacanza a carnevale per dare uno stacco. Ma anche se così fosse, che senso avrebbe spostare le vacanze da periodi caldi a mesi più freddi? Sicuramente studiare col caldo e con il pensiero rivolto a tuffarsi a mare non farebbe felici gli studenti.