Qualche giorno fa in questo articolo (https://www.sudlife.it/blog-detail/post/261325/inquinamento-dell%E2%80%99aria:-cos%C3%AC-palermo-e-catania-nel-2030-saranno-due-citt%C3%A0-%E2%80%9Cfuorilegge%E2%80%9D-in-italia-oltre-il-5-degli-istituti-si-trova-vicino-a-fonti-inquinanti) vi avevamo parlato dei problemi di inquinamento dell’aria in cui versano le nostre città, con alcune provincie siciliane che, se non ridurranno le percentuali di polveri sottili e biossido di azoto saranno “fuorilegge” nel 2030.
Abbiamo anche evidenziato il fatto che oltre il 5% degli istituti scolastici si trova vicino a fonti inquinanti.
Ma quanta consapevolezza hanno i giovani del problema dell’inquinamento?
Alcuni mesi fa il tema è stato approfondito dal sito Skuola.net attraverso l’indagine “I giovani e la mobilità sostenibile”, condotta per l’ECO Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti, un evento dedicato alla transizione ecologica nei trasporti di persone e merci in Italia.
La ricerca ha coinvolto circa 2.500 studenti di età compresa tra i 15 e i 35 anni ed è emerso che essi abbiano a cuore la questione e dichiarano di impegnarsi quotidianamente in comportamenti sostenibili. Quasi il 40% dei giovani afferma infatti di essere propenso e di impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di CO2 quando si sposta, il 24% degli intervistati afferma di fare regolarmente la raccolta differenziata e di riutilizzare gli oggetti (23%). Non mancano coloro che si concentrano su comportamenti virtuosi come l'uso ridotto di acqua ed energia per il proprio benessere (8%) o l'uso di prodotti cosmetici meno inquinanti (7%).
Impegno dunque per una mobilità più sostenibile, ma come si spostano dunque le nuove generazioni?
Secondo il sondaggio il 33% preferisce, quando possibile, utilizzare il trasporto pubblico (autobus, tram, metropolitane, treni locali, ecc.), il 13% si sposta preferibilmente in bicicletta o monopattino, il 4% sta sperimentando forme alternative di micromobilità elettrica (come hoverboard e monowheel), mentre il 19% cammina quando ne ha l'opportunità. Solo il 31% continua a utilizzare i tradizionali veicoli a motore (auto, moto e motocicli), sia come passeggeri che come conducenti.
Anche lo shopping online - che, secondo alcuni studi, può ridurre le emissioni di CO2 di quasi tre volte rispetto agli acquisti nei negozi fisici - è visto come un potenziale contributo alla causa, anche se in modo inconsapevole: solo il 16% ne è consapevole, mentre l'8% ritiene che l'e-commerce abbia effetti ambientali negativi.
Quali misure, secondo i giovani, potrebbero facilitare la transizione?
Prima di tutto, un riassetto del trasporto pubblico, che è il sistema che conoscono meglio. Per quasi la metà di loro (45%), un aumento della frequenza delle corse sarebbe sufficiente, il 26% preferirebbe espandere la rete a quante più aree possibili, il 21% pensa che la riduzione dei prezzi di biglietti e abbonamenti sarebbe la soluzione migliore, mentre solo l'8% darebbe priorità alla sicurezza e al comfort dei mezzi.
Attualmente, è innegabile che l'auto, specialmente in alcuni contesti (per motivi lavorativi, logistici, familiari, ecc.), rimanga un mezzo quasi indispensabile. I giovani, pensando al futuro, prevedono comunque di acquistarne una: per il 61% è quasi certo, mentre il 23% potrebbe rinunciare solo se i servizi di car sharing o di noleggio dovessero diventare predominanti. Solo il 16% esclude questa possibilità a priori.
Questo dato sembra in controtendenza rispetto ai numerosi studi che mostrano la Generazione Z distante dall'auto di proprietà come simbolo di status, ma riflette la sfiducia dei ragazzi verso quanto il Paese stia facendo per la transizione ecologica.
Solo il 30% dei giovani ritiene che in Italia si stia lavorando in modo efficace verso questo obiettivo, sia dal punto di vista economico che culturale, e chiedono quindi uno sforzo anche agli adulti, in particolare a quelli in posizioni di potere, per adottare decisioni e azioni che accelerino il cambiamento. Alla fine, più di 1 su 2 prevede tempi molto lunghi per il raggiungimento di tali obiettivi e 1 su 4 considera le smart cities e la mobilità sostenibile un'utopia irrealizzabile.
In aggiunta, le città del futuro dovrebbero ridurre i limiti di velocità. Il 71% sarebbe favorevole a questa misura in cambio di una diminuzione della mortalità causata da incidenti stradali (la principale causa di morte tra i giovani italiani sotto i 30 anni) - e puntare su una maggiore riforestazione per assorbire le inevitabili emissioni di CO2: per 2 intervistati su 3, anche su questo fronte non si sta facendo abbastanza.