Oltre un terzo degli italiani non capisce ciò che legge e la metà ha grosse difficoltà a risolvere i problemi.
Questo è quanto emerge da una recente indagine sulle competenze degli adulti realizzata dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
Di questo studio se n’è parlato molto in questi giorni; molto scalpore ha destato infatti il dato che vede l’Italia essere tra gli ultimi posti dei 31 Paesi che sono stati analizzati, appena davanti a Polonia, Portogallo e Cile. Le prime posizioni sono occupate invece da Finlandia, Giappone, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi.
Hanno partecipato al sondaggio 4.847 adulti italiani tra i 16 e i 65 anni e i risultati hanno fatto registrare una media di 245 punti in alfabetizzazione, rispetto a una media OCSE di 260.
Emerge inoltre che il 35% degli adulti italiani (contro una media OCSE del 26%) ha ottenuto un punteggio di Livello 1 o inferiore, indicando una “bassa competenza in alfabetizzazione”.
Al Livello 1, è possibile comprendere testi brevi e liste ben strutturate, trovare informazioni specifiche e stabilire collegamenti pertinenti. Sotto il Livello 1, si riesce a comprendere al massimo frasi brevi e semplici. Solo il 5% degli adulti italiani (contro una media OCSE del 12%) ha raggiunto un punteggio di Livello 4 o 5 in alfabetizzazione, dimostrando la capacità di comprendere e analizzare testi complessi e densi che si estendono su più pagine, afferrare significati complessi e utilizzare conoscenze pregresse per interpretare testi e completare compiti.
Se guardiamo il campo matematico, il 35% degli adulti italiani (media OCSE del 25%) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al Livello 1. Al Livello 1, si è in grado di eseguire calcoli di base con numeri interi o denaro, comprendere i decimali e ricavare informazioni singole da tabelle o grafici, ma si possono riscontrare difficoltà con compiti che richiedono più passaggi (come la risoluzione di una proporzione). Sotto il Livello 1, si è capaci di eseguire somme e sottrazioni con numeri piccoli.
A livello territoriale la condizione più preoccupante è al Sud. Secondo l'indagine infatti, i residenti nel Nord e nel Centro Italia riescono spesso a ottenere punteggi di competenza che si avvicinano o raggiungono la media Ocse, a differenza di quanto si osserva nel Mezzogiorno, dove i valori sono costantemente inferiori alla media. I risultati migliori provengono dal Nord-Est, l'unica area in cui si registrano punteggi sufficienti anche per quanto riguarda la capacità di comprendere e utilizzare i numeri.
Un dato che segna un enorme divario territoriale del nostro Paese e che risiede probabilmente in problemi derivati dalla maggiore dispersione scolastica, dalla prematura rinuncia a continuare un percorso di studi durante la maggiore età e difficoltà socio-economiche.
L'età gioca un ruolo significativo. Gli individui di età compresa tra 55 e 65 anni mostrano punteggi di competenza inferiori rispetto ai giovani di età compresa tra 16 e 24 anni, e le donne continuano a rimanere indietro rispetto agli uomini nella capacità di comprendere e utilizzare informazioni matematiche e numeriche. Per quanto riguarda le competenze di problem solving adattivo, la media italiana è di 231 punti, rispetto a una media Ocse di 251 punti. Solo Lituania, Polonia e Cile ottengono punteggi inferiori al nostro Paese in questo ambito.
Tuttavia, c'è un segnale positivo. I giovani adulti (16-24 anni) in Italia conseguono punteggi di competenza superiori rispetto al resto della popolazione e, nel caso della numeracy, anche rispetto ai giovani di età compresa tra 25 e 34 anni. La disparità di competenze tra i 16-24enni e i 55-65enni è sempre evidente, indipendentemente dal dominio analizzato: in Italia si riscontra una significativa perdita di competenze con l'aumentare dell'età, ma con un buon livello di partenza.
Quale potrebbe essere la soluzione per migliorare questo dato? secondo il rapporto fondamentale è, come prevedibile, investire nell’istruzione. In Italia, gli adulti tra i 25 e i 65 anni con titoli di studio terziario ottengono punteggi di competenza superiori rispetto a chi ha un'istruzione secondaria superiore e, ancor di più, rispetto a coloro che possiedono al massimo un'istruzione secondaria inferiore. Tuttavia, solo il 20% delle persone di età compresa tra 25 e 65 anni ha un livello di istruzione pari o superiore alla laurea, mentre circa il 38% ha un titolo di studio inferiore al diploma.