Troppi studenti italiani si recano a scuola controvoglia.
A sottolinearlo è il Movimento 5 Stelle con un comunicato in cui cita i dati forniti dall’ OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), secondo cui solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi del nostro Paese si dichiara felice di andare a scuola, rispetto a una media europea del 56%.
In questo contesto si è svolta alla Camera lunedì 9 Dicembre, il 19° convegno di APRE, l’Associazione di Psicoanalisi della Relazione Educativa, alla quale hanno partecipato docenti universitari, associazioni e dirigenti scolastici. Tutte queste figure hanno fatto il punto sullo stato della scuola, arrivando alla conclusione che la scuola deve cambiare attenzionando maggiormente la cura della salute mentale.
A tal proposito Carmen Di Lauro, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali, ha chiesto l’approvazione di una proposta di legge a sua firma per l’introduzione dello psicologo negli istituti. “Una misura fondamentale per prevenire le situazioni a rischio, capire i problemi e i disagi dei ragazzi e aiutarli a migliorare i rapporti con gli insegnanti, i pari e le famiglie - ha dichiarato la parlamentare pentastellata - È importante chiedere il supporto degli esperti per aiutare a gestire emozioni che, in una delicata fase della vita come quella adolescenziale, possono risultare opprimenti”.
L’introduzione di questa figura non è una novità: se ne parla da anni e diverse importanti personalità del settore l’hanno promossa. Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma, afferma da tempo che avere uno psicologo negli istituti sarebbe molto vantaggioso per fornire supporto e consigli non solo ai docenti, ma anche agli studenti e ai loro genitori.
Cosa ne penserebbero di ciò i ragazzi?
Da un’indagine effettuata questa estate dal Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) con l'assistenza tecnica di EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali, su un totale di 1.100 giovani di età compresa i 15 e i 35 anni, è emerso che il 75% degli intervistati ha percepito la necessità di supporto psicologico negli ultimi cinque anni e che solo il 27,9% ha ottenuto l'aiuto richiesto.
Questo dato mette in evidenza una notevole carenza nella risposta ai bisogni psicologici dei giovani, con gravi conseguenze sul loro benessere generale. L’indagine ha inoltre evidenziato che l’esigenza di un supporto psicologico è più alta tra le ragazze rispetto ai ragazzi e tra i giovani delle regioni del centro e sud Italia rispetto che a quelle del Nord.
Dunque stando ai dati, la maggior parte dei ragazzi è favorevole al dialogo con uno psicologo. Quello che però non si capisce è se questo eventuale supporto possa favorire la voglia dei ragazzi di andare a scuola. Perché, probabilmente, stando a quanto dichiarano in molti, il problema non sta nei malesseri personali dei singoli studenti, ma nell’organizzazione della scuola stessa: troppe regole, troppi divieti, ambienti non adeguati, aule piccole, professori rigidi, troppa teoria a discapito della pratica, pochi momenti di condivisione e movimento.
Tutte cose che uno psicologo non può cambiare e che sono certamente i fattori che da sempre non fanno andare volentieri a scuola i ragazzi.
Noi di Sudpress siamo quindi convinti che prima di tutto la scuola debba cambiare non semplicemente introducendo lo psicologo, ma stando “al passo con i tempi” creando delle attività alternative alla lezione frontale.
Ritorneremo a tal proposito prossimamente sull’argomento dando voce ai ragazzi su come vorrebbero la scuola.